Primi passi della Caritas Parrocchiale Santa Marta

Il 15 novembre scorso, due giorni dopo l’inaugurazione, la sede di Via S.Marta  con un gruppo di volontari è diventata operativa.

La struttura è piccola ma sappiamo che Dio nel suo agire spesso si serve  proprio di piccoli e semplici  strumenti.

Dopo un inizio quasi in sordina, ora il servizio ha acquistato continuità e si svolge ogni mercoledì mattina dalle 10.15 alle 11.45 e ogni venerdì sera dalle 20.30 alle 22.30 con una turnazione di volontari prefissata. Il numero dei volontari appunto è cresciuto, come sono cresciute le cose da fare e purtroppo le richieste di aiuto. Ma è un purtroppo che se da un lato è sintomatico della grave crisi economica che non allenta la morsa, dall’altro è smussato dalla dignità con la quale viene chiesto l’aiuto e dalla gentilezza con la quale viene conferito.

Grazie al collegamento con il banco alimentare di Muggiò ed al contributo della Colletta alimentare, pur nella consapevolezza di quanto sia inadeguato il nostro aiuto, possiamo dare un sostegno materiale ed una vicinanza a chi è nel bisogno.

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Come potete immaginare, dietro ogni pacco alimentare c’è un grande lavoro: la documentazione necessaria per l’accesso e il ritiro degli alimenti al banco alimentare, la divisione per ogni articolo, lo stoccaggio, la separazione secondo le date di scadenza, la composizione equilibrata del pacco, la pulizia dei locali, il vaglio dell’idoneità per l’accesso ai servizi Caritas,  la consegna, il coordinamento di tutte queste operazioni.

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Parecchie persone di buona volontà negli orari di apertura vengono ad offrire quel che possono, che ha un grande valore ed è sempre gradito come segno di fratellanza: cibi, vestiti,  prodotti per la cura del corpo, prodotti sanitari per bambini e anziani,  buoni spesa, ecc.

Continua presso l’ex oratorio femminile anche la raccolta e il conferimento dei vestiti, raccolta che avviene anche presso la sede di Via S.Marta il venerdì sera per chi non potesse farlo durate la giornata.

L’accesso alla distribuzione dei pacchi alimentari così come per il vestiario, dopo una attenta analisi per l’idoneità attraverso il centro di ascolto, è destinato a tutti i soggetti residenti o stabilmente presenti sul territorio che versano in condizioni di difficoltà. Per questo si procede ad una verifica della condizione della famiglia e alla raccolta dei relativi dati al fine di determinarne l’effettiva condizione di difficoltà. 

Viene inoltre garantito l’aiuto anche a gente di passaggio, come i senza tetto, o a chi si trova in una situazione di emergenza.

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Come per l’accoglienza, anche per la distribuzione del  vestiario, lo spirito della Caritas è quello di educare al riutilizzo ed a ritrovare uno stile di vita più sobrio. Chi dona deve rispettare la dignità di chi riceve, portando abiti puliti e in ordine, che siano davvero riutilizzabili. E chi riceve deve sapere che la povertà non implica di rinunciare alla propria dignità. Ne consegue che deve essere superata una certa “abitudine al gratuito”, che induce chi riceve gli abiti usati a sminuirne il valore, “perché tanto è gratis”. I capi non devono essere gettati soltanto perché gratuiti. Devono essere riconosciuti: 1 – l’impegno di chi dona 2 – il lavoro del volontario   3 – il valore dell’abito ricevuto.

Per queste ragioni si è deciso di chiedere a chi riceve il vestiario una esigua cifra simbolica in denaro a seconda della tipologia di abiti richiesti.

Come accennato prima, e’ ormai partito anche il centro di ascolto, che insieme al servizio di prima accoglienza svolto dai volontari, vuol essere un punto di riferimento della comunità parrocchiale per le persone in difficoltà di qualsiasi genere, dove possono trovare qualcuno che le accoglie, le ascolta, le orienta e condivide  un piccolo pezzo della loro grande fatica del tirare avanti.  

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Ma il compito principale della Caritas va oltre la dimensione operativa ed entra nel cuore della dimensione costitutiva della Chiesa chiamando tutta la Comunità ad annunciare, celebrare e testimoniare il Vangelo. Anche in questa direzione sono stati compiuti i primi passi durante l’Avvento ed il Natale con la creazione di un ponte diretto con chi si trova nella difficoltà che si è concretizzato tramite il gemellaggio con la Parrocchia di Sant’Antonio di Olbia. L’invito è quello di andare oltre l’offerta ponendo il proprio sguardo e la propria attenzione sull’altro, in questa prospettiva è stata lanciata anche la proposta del regalo di Natale, restituendo l’originario valore al gesto del dono.

La Caritas parrocchiale prende così sempre più forma, consapevoli che sono i primi passi e che strada facendo avremo modo di imparare e migliorarci sempre di più, nell’ambito pratico ed anche in quello spirituale.

Impastati con i nostri umani pregi, limiti e difetti, e con tanta voglia di fare, insieme al valore di tutte le associazioni di volontariato in parrocchia e alle tante altre forme di carità , si cerca così di concretizzare  “ il sacramento del fratello” come ci viene chiesto da Gesu’ stesso nel vangelo di Matteo : “ In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.” , basilare per la nostra fede, senza il quale non ha senso tutto il resto.

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