I Lettori sono chiamati a proclamare la Parola di Dio (prima lettura, seconda lettura e salmo responsoriale) durante la celebrazione Eucaristica.
La Chiesa è una sinfonia di doni che Dio fa all’umanità. Ciascuno di noi è chiamato a scoprire in se stesso ciò che lo rende speciale e la chiave per essere pienamente se stesso, quella che Dio ha pensato per la nostra felicità e per la felicità di tutti quelli che nel corso della nostra vita incontriamo. Così anche nelle celebrazioni liturgiche ciascuno di noi è chiamato a svolgere un ministero particolare .
Ministero è una parola che viene dal latino “ministrare” ossia servire … e più precisamente dall’unione di due parole: MINUS e STARE ossia “STARE SOTTO”. Chi svolge un ministero allora è uno che sa che solo facendosi piccolo, solo con l’umiltà può lasciar trasparire la gioia e la bellezza dell’essere discepoli di Gesù.
Ai ministeri ordinati (episcopato, presbiterato e diaconato), la vita e l’insegnamento della Chiesa hanno previsto e ammesso l’esistenza di altri ministeri, appunto i ministeri non ordinati, non radicati cioè nel sacramento dell’Ordine, bensì nei sacramenti dell’iniziazione cristiana, nel battesimo e nella cresima in particolare. Come tali possono essere chiamati “ministeri laicali”, perché affidati, entro certi limiti e ad alcune condizioni, a fedeli laici e da loro esercitati sempre per l’edificazione della Chiesa e in piena docilità allo Spirito che li distribuisce come vuole.
Tutti, anche se in forma diversa partecipano della missione e della grazia del supremo sacerdozio
Il ministero del lettorato ha radici molto remote ed il suo esercizio apre prospettive nuove all’impegno di annuncio del vangelo, che la Chiesa del nostro tempo riscopre come prioritario ed essenziale nella sua missione di servizio al mondo. L’esercizio del ministero del lettorato evidenzia concretamente lo stretto rapporto esistente tra parola di Dio e liturgia.
La celebrazione, infatti, non solo presuppone l’ascolto della parola di Dio, ma è il “luogo” privilegiato in cui questa parola risuona oggi, nella Chiesa.
La presenza del Signore nella Parola è sottolineata, nella celebrazione, dagli onori che vengono resi al libro santo e in particolare all’ evangeliario. Durante la prima parte della celebrazione eucaristica, esso è posto sull’altare su cui, successivamente, vengono collocati il corpo e il sangue di Cristo. Altri segni di rispetto e di venerazione circondano il libro: una processione accompagna il diacono quando si reca, con esso, all’ambone per la proclamazione o il canto del vangelo; il libro viene inoltre incensato, baciato, ecc.
Questo rituale, che potrebbe apparire a qualcuno strano o almeno esagerato nelle forme, è destinato ad esprimere una meravigliosa realtà: attraverso la Parola che si annuncia, si compie nella Chiesa una vera presenza del Signore in mezzo a coloro che, da questa stessa Parola, sono convocati per professare e crescere nella fede e celebrare il mistero pasquale di Cristo. “E’ lui dunque – che parla quando nella Chiesa si leggono le Scritture” .
Quando colui che legge fa risuonare tra i fratelli la parola di Dio non racconta una storia del passato, non fa una lezione di scuola, ma annuncia un “mistero” che si realizza qui e oggi per quanti l’ascoltano con attenzione e l’accolgono con fede.
I compiti del lettore
I compiti del lettore sono precisati nel m. p. Ministena Quaedam in questi termini: “Il lettore è costituito per l’ufficio, a lui proprio, di leggere la parola di Dio nell’assemblea liturgica. Pertanto, nella Messa e nelle altre azioni sacre proclami dalla Sacra Scrittura le letture (ma non il vangelo); in mancanza del salmista, legga il salmo interlezionale; quando non è disponibile il diacono o il cantore, proponga le intenzioni della preghiera universale (o preghiera dei fedeli); diriga il canto e guidi la partecipazione dei fedeli; istruisca i fedeli a ricevere degnamente i sacramenti. Egli potrà anche – se necessario – curare la preparazione degli altri fedeli, i quali abbiano ricevuto temporaneamente l’incarico di leggere la Sacra Scrittura nelle azioni liturgiche” (n. V). Com’è facile costatare, si tratta di funzioni che si svolgono prevalentemente nell’ambito della celebrazione.
Per questi compiti affidatigli dalla Chiesa, il lettore dovrà avere una sua propria fisionomia spirituale e apostolica: dovrà cioè essere un testimone, un insegnante, un educatore; ben preparato, idoneo a orientare, formare e guidare i catechisti più giovani o comunque coloro che di fatto esercitano nella comunità il servizio della catechesi, a coordinare la loro attività, ecc. Per questo però egli dovrà tenersi in stretto collegamento e in piena comunione con i pastori, ai quali compete primariamente e in pienezza il dovere di educare i fratelli nella fede.
Doti richieste al lettore
Il m.p. Ministeria Quaedam afferma: “Per adempiere… con maggior esattezza e capacità questi compiti, procuri di meditare assiduamente la Sacra Scrittura. Il lettore, consapevole dell’ufficio ricevuto, si sforzi con ogni mezzo e si valga di sussidi adatti per acquistare ogni giorno più pienamente il soave e vivo amore e una conoscenza della Sacra Scrittura per divenire un più perfetto discepolo del Signore” (n. V).
Una considerazione attenta alle funzioni che il lettore istituito è chiamato a compiere, anche come catechista ed educatore nella fede, porta a concludere che gli è necessaria una formazione solida e continuata, non solo biblica e spirituale, ma anche nelle scienze umane che sono più strettamente collegate al suo impegno di evangelizzatore.