Si può vincere senza arrivare primi

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L’ideale esortazione a “non mollare” è stata presa in consegna dalla figlia  Clara Mondonico. Con lei quel pianeta di umanità che gravita tra la galassia del calcio e quella ancora più vasta del sociale. Due sfere in una, nella filosofia di vita dell’Emiliano, che il pallone l’ha fatto rotolare in ogni campo della sua altruistica esistenza. Su quelli della serie A da calciatore e da allenatore, così come su quelli delle periferie, tra ragazzi persi e poi ritrovati. A partire dalla squadra dell’associazione contro le dipendenze, L’Approdo della sua Rivolta d’Adda, portata avanti con il dottor Giorgio Cerizza. A piedi o in bicicletta Emiliano andava da casa sua ad allenarli e a trasmettere con il calcio il senso della sconfitta e della vittoria, pane quotidiano di quello “sport” infinito che è il cuore pulsante della vita.

«Ho deciso, senza ragionare troppo, di andare avanti sulla scia di papà – spiega Clara Mondonico, figlia del mister e presidentessa dell’Associazione Emiliano Mondonico –. Non era giusto che si fermasse tutto, non me lo potevo permettere. Da sola non ne avevo la capacità e ho cercato persone un po’ folli come me per portare avanti i suoi progetti. Ho scelto Massimo Achini, presidente del Csi Milano perché è stato un compagno e un amico leale per papà. Tra loro ex compagni come Giancarlo Finardi, Marco Sesia e Gigi Lentini («quel figlio che non ho avuto» diceva il Mondo dell’attaccante) suoi giocatori in granata. E sarà proprio a Torino, la città dove il Mondo ha lasciato un segno indelebile come ala prima e come allenatore poi, che la neonata associazione conferirà a maggio il Premio Emiliano Mondonico con il motto “Si può vincere senza arrivare primi” e il patrocinio di Coni e Figc: andrà al professionista del calcio che più avrà seguito lo stile e la lezione del Mondo come modello per i giovani.

Per loro l’associazione darà poi vita con il Csi Milano al torneo per bambini di 7-8 anni “Un campione per amico” e, tra le altre varie iniziative, il sostegno alla squadra di calcio del carcere minorile di Milano “Beccaria”. La prima sfida? Con L’Approdo.

Fonte: www.avvenire.it

 

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