Qualche tempo fa, rispondendo a una domanda che collegava la rocambolesca vittoria da allenatore del Manchester City nel campionato inglese nel 2012 alla protezione della Madonna, Mancini disse che Dio e la Madonna hanno cose più importanti da pensare che non il calcio, ma che «le persone che pregano hanno un aiuto». L’allenatore della nazionale italiana non ha mai fatto mistero della fede cattolica in cui è cresciuto sin da bambino, nella sua Jesi, nelle Marche. Anche la sua crescita calcistica, dagli inizi fino al trasferimento al Bologna a 14 anni, è avvenuta nell’oratorio della parrocchia di San Sebastiano, che distava pochi metri da casa. E anche se per alcuni anni, come tanti giovani, si è allontanato dalla Chiesa, è tornato più tardi con ancora maggiore convinzione.
Particolare è il suo rapporto con Medjugorje: ne sentiva molto parlare dal cappellano della Sampdoria, padre Mario Galli, che lì si recava fin dai primissimi anni delle apparizioni. Ma mai aveva pensato di andare a Medjugorje, malgrado padre Galli fosse diventato il suo confidente e padre spirituale, fino al marzo 2012. Pochi mesi prima aveva avuto uno strano sogno in cui la veggente Vicka, che lui non aveva mai visto, in mezzo a un gruppetto di persone, prese a guardarlo intensamente negli occhi e poi gli diede un bacio in fronte: «Ho avvertito proprio la sensazione del contatto fisico di una persona che, però, non avevo mai visto né conosciuto in vita», raccontò Mancini. E, accompagnato dal giornalista Paolo Brosio, Mancini decise allora di andare a Medjugorje dove poté incontrare di persona Vicka, raccontarle quanto accaduto e sentirsi dire con un sorriso: “È la Madonna che fa tutto, noi apriamo il nostro cuore e Lei ci dice cosa fare”.
Da allora altre volte il Mancio è tornato a Medjugorje, così come da anni torna alla Comunità Shalom-Regina della Pace di Palazzolo sull’Oglio fondata da suor Rosalina Ravasio 35 anni fa, e che Mancini conobbe per la prima volta da allenatore dell’Inter, nel 2005. A fargliela conoscere fu un uomo allora nello staff dell’Inter, Gianluca Bergamaschi, mental coach e molto amico della Comunità. Da allora Mancini ha continuato a fare visita e dedicare tempo ai ragazzi che nella Comunità stanno facendo un percorso di guarigione dalle dipendenze. Da allenatore dell’Inter le visite erano periodiche, ma anche adesso quando si trova nel Nord Italia cerca di passare da Palazzolo. E comunque resta sempre in contatto con Suor Rosalina che già il 19 dicembre 2019 disse a Roberto: «Tu vincerai gli Europei perché hai la Madonna con te e tu puoi essere un seme di evangelizzazione». E vittoria fu.