Domenica 21 febbraio, alle ore 16.30, le Sentinelle in Piedi si raduneranno in piazza Duomo a Crema
L’invito e le motivazioni per partecipare al raduno
Le Sentinelle in Piedi di Crema
https://www.facebook.com/Sentinelle-in-Piedi-Crema-721286927946788/
Come avevamo previsto il ddl è Cirinnà e’ avanzato senza sosta e in barba ai processi democratici più banali. La velocità e le modalità con cui questo testo è stato approntato e portato in aula al Senato la dicono lunga sulle pressioni ideologiche delle lobby Lgbt, in spregio ai due milioni di persone (tra cui molti cremaschi) che lo scorso 30 gennaio hanno invaso il Circo Massimo.
Abbiamo deciso di scendere nuovamente in piazza anche a Crema, col consueto stile delle Sentinelle in Piedi: in silenzio, in piedi, leggendo un libro. Rispettosi di tutti, ma fermi nell’affermare alcuni principi a nostro avviso “non negoziabili”. I motivi della nostra silenziosa e pacifica protesta sono gli stessi che hanno determinato il Family Day: noi riteniamo che il Ddl Cirinnà sia un testo che non solo equipara al matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso, ma prevede anche la preoccupante possibilità che uno dei due partner della cosiddetta “unione civile” possa adottare, attraverso la stepchild adoption, il figlio biologico dell’altro, privando così il minore del suo diritto ad uno dei suoi genitori o entrambi. Più volte abbiamo ribadito che proprio attraverso la stepchild adoption si apre all’abominevole pratica dell’utero in affitto; una pratica che il più delle volte vede delle donne, in condizioni economiche disagiate, scegliere di affittare il proprio utero per portare a compimento gravidanze commissionate da persone disposte a spendere mediamente 90/100.000 euro per avere un figlio.
Riteniamo comunque che il ddl sulle unioni civili sia integralmente inaccettabile indipendentemente dalla stepchild adoption, anche perché – qualora venisse tolta dal ddl in discussione al senato – l’adozione sarebbe reintrodotta per via giudiziaria o imposta dall’Europa. La verità è che, anche senza figli, il riconoscimento giuridico di queste unioni indebolisce l’istituto matrimoniale, svilendone il significato e facendo passare l’idea che il compito procreativo ed educativo siano solo delle opzioni e non lo scopo dell’unione fra uomo e donna. Il matrimonio così sarà snaturato e non più compreso come necessario a garantire l’ordine delle generazioni.
La famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna è, infatti, una società naturale anteriore allo Stato, come sottolineato dalla nostra Costituzione, a cui lo Stato concede diritti per il suo carattere pubblico e fondamentale per il benessere di tutta la società civile. Chi si sposa infatti si assume delle responsabilità reciproche e verso la prole, garantendo la continuità delle generazioni. Solo l’unione di un uomo e una donna è potenzialmente generativa e capace di garantire con il matrimonio un’educazione stabile di cui i figli hanno bisogno, nonché di crescere cittadini in grado di accogliere le differenze e di contribuire al bene comune. Privare una persona della possibilità di essere educata secondo ciò che la natura ha stabilito è una violenza inaccettabile che impedisce una crescita sana, equilibrata e stabile della psiche umana.
Saremo in piazza anche per difendere e ribadire la libertà dei genitori di poter educare i propri figli, denunciando l’ideologia gender che ormai è entrata nelle nostre scuole. Con il pretesto di voler combattere ogni tipo di discriminazione, nelle aule si confondono le menti dei più piccoli violando la loro identità, spiegando loro che chiunque può sentirsi maschio o femmina indipendentemente dal dato biologico e insegnando che non c’è differenza tra madre e padre. È questa un’altra discriminazione che non accetta le differenze tra uomo e donna e che svilisce la persona, impedendo la formazione della sua identità. Questa invasione, cominciata già da tempo, ora è aggravata dall’articolo 16 della legge sulla Buona Scuola che parla esplicitamente di insegnamento di genere.
A tutto questo abbiamo detto no più volte nelle piazze e lo faremo ancora domenica 21 febbraio. Ci ritroveremo per ribadire il nostro no alle unioni civili, no al ddl sull’omofobia, no al gender nelle scuole, ma soprattutto invitiamo a partecipare alla veglia quanti vogliono dire il loro sì alla famiglia, sì al diritto del bambino a crescere con un padre e una madre e sì ad una società che non cerchi di annullare le differenze tra uomo e donna, bensì ne valorizzi la bellezza.
Sentinelle in Piedi – Crema
Le Sentinelle in Piedi chi sono?
dal Sito delle Sentinelle in Piedi
http://sentinelleinpiedi.it
CHI SIAMO
Sentinelle in Piedi è una resistenza formata da persone che vegliano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Le Sentinelle vegliano nelle piazze per risvegliare le coscienze intorpidite e passive di fronte al pensiero unico.
Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna.
La nostra è una rete apartitica e aconfessionale perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, il nostro non è un movimento, non è un’associazione, bensì un metodo, uno stile, una forma di testimonianza che non può escludere nessuno perché riguarda la coscienza di ogni uomo e il desiderio di infinito che tutti – anche chi ci contesta – ha in fondo al cuore.
Vegliamo sullo stile dei Veilleurs debout francesi: in rigoroso silenzio, a due metri di distanza l’uno dall’altro, leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti abbiamo costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore. Vegliamo nelle piazze italiane di fronte ai luoghi di potere, con la nostra presenza numerosa e silenziosa ribadiamo che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti.
In Italia le Sentinelle in Piedi sono nate in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al Senato. Presentato come necessario per fermare atti di violenza e aggressione nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il testo è invece fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione.
Con questa legge chiunque faccia rifermento ad un modello di famiglia fondato sull’unione tra un uomo ed una donna, o sia contrario all’adozione di bambini da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso, potrebbe essere denunciato e rischiare fino a un anno e sei mesi di carcere.
Noi non accettiamo di non poter esprimere le nostre opinioni, per questo vegliamo. Con la bocca chiusa ma gli occhi aperti, in piedi nelle piazze come ogni giorno nelle nostre vite, ci mobilitiamo per mostrare la nostra fermezza nel dire che non sarà una legge a zittire le nostre coscienze.
Perché in silenzio? Non c’è nulla come il silenzio che faccia emergere la voce della coscienza, oggi quanto mai silenziata da un potere che tende a ridurre l’esigenza di verità e il bisogno infinito connaturato a ogni essere umano. Il potere moderno usa questo metodo attraverso una sistematica e pervasiva offerta di risposte parziali e immediate, veicolate da voci e immagini che tramite la tecnologia ci raggiungono in continuazione, in ogni luogo, quasi senza sosta. Tutto ciò però non può accadere senza la nostra connivenza: in cambio della soddisfazione di tanti capricci, rinunciamo alla nostra libertà abdicando al compito di cercare una risposta totale. Per questo siamo immersi nel rumore, per questo il silenzio è tanto odiato dal potere e da un uomo che preferisce accontentarsi di poco per evitare la fatica di una ricerca seria. Perché gli ricorda la verità, che ha un tremendo bisogno di altro da sé, che non può autodeterminarsi, smascherando la menzogna di chi vuole governarlo snaturandolo. Le sentinelle invece il silenzio lo scelgono, come unico antidoto a questa nuova forma di dittatura, perché vogliono dare voce a quel bisogno bruciante di verità, prima condizione per diventate uomini pienamente liberi, cioè veramente soddisfatti. Vegliano in silenzio, affinché anche altri uomini possano cominciare a risentire quella voce e ad averne nostalgia. E lo fanno pubblicamente per testimoniare che insieme si può vivere ancora così e che non c’è dispotismo che possa impedire all’uomo di essere libero senza il suo consenso.
Perché un libro? Le sentinelle leggono perché in un mondo in cui tutto viene manipolato dai mezzi di comunicazione non si accontentano di informazioni imparziali. Leggono perché non vogliono ripetere di slogan superficiali ma conoscere in profondità.
Perché un’ora? Le sentinelle stanno ferme per un’ora, perché in una società in cui tutto procede a una velocità che non consente all’uomo di riflettere vogliono prendersi il tempo per farlo. Le sentinelle scelgono il silenzio, la lettura, il tempo per restituire gli uomini a loro stessi. È questa educazione che permette alle sentinelle di accorgersi di vegliare anche per chi le contesta, rifiutando le definizioni che riducono l’identità umana a una pulsione sessuale. Le sentinelle non accettano categorie fuorvianti come “gay” o “eterosessuali”, perché sanno che servono solo a far dimenticare il valore infinito di ogni persona. Per questo le sentinelle sanno di vegliare anche per amore all’umanità di chi le contesta.
Perché in piazza? Perché la coscienza è qualcosa che dall’interno dell’uomo può cambiare il mondo, e la piazza è il luogo dove può avvenire l’incontro autentico con l’altro. Le Sentinelle non cercano visibilità nel circo mediatico, non si prestano ad utilizzare un linguaggio fuorviante e discriminatorio, si rifiutano di essere strumentalizzate e utilizzate da chi vuole mostrare una contrapposizione tra “omosessuali” e “eterosessuali”. In piazza, nella loro unica forma di presenza pubblica le Sentinelle in Piedi interrogano le coscienze e soprattutto incontrano le persone, quelle che vogliono capire, e anche quelle venute per contestare. Le incontrano di persona perché il contatto personale è l’unico autentico e l’unico capace di far parlare le coscienze.
Silenziose si inverano, leggendo si formano, nel tempo discernono e imparano ad amare, le Sentinelle in Piedi esistono per rendere l’uomo libero già ora. Le Sentinelle sanno quindi di essere uno strumento politico solo di conseguenza. Perché solo una coscienza irriducibile a ogni omologazione e menzogna potrà cambiare la logica di un potere che anziché servire l’uomo cerca di controllarlo.
Vegliamo in silenzio oggi per essere liberi di esprimerci domani, se anche tu hai a cuore la libertà veglia con noi!