La Dichiarazione: omessa dai media

Il 12 febbraio 2016, a L’Avana, Cuba, mille anni di storia sono parsi come il tempo e lo spazio increspati dall’onda gravitazionale di Dio. «Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato», dice il salmo. L’autocensura dei media è giustificata. Appare loro ovvio che il cristianesimo è “fuori dalla storia”. Francesco è papa “buono” perché nelle sue parole i poteri secolari cercano continuamente conferma ai propri pregiudizi e luoghi comuni. Così i cristiani “buoni”, come da lezione scalfariana, sono soltanto quelli conformi alla mentalità dominante. “Intolleranti” e “retrogradi” sono invece quelli che si chiamano fuori.
Chiaro che la Dichiarazione doveva essere omessa da cronache e commentarii. I suoi contenuti accusano tra l’altro «l’attuale limitazione dei diritti dei cristiani, se non addirittura la loro discriminazione, quando alcune forze politiche, guidate dall’ideologia di un secolarismo tante volte assai aggressivo, cercano di spingerli ai margini della vita pubblica». Mettono in guardia l’Europa da «un’integrazione che non sarebbe rispettosa delle identità religiose» e chiedono «ai cristiani dell’Europa orientale e occidentale di unirsi per testimoniare insieme Cristo e il Vangelo, in modo che l’Europa conservi la sua anima formata da duemila anni di tradizione cristiana».

E altro che “chi sono io per giudicare”… «La famiglia è il centro naturale della vita umana e della società. Siamo preoccupati dalla crisi della famiglia in molti paesi. Ortodossi e cattolici condividono la stessa concezione della famiglia e sono chiamati a testimoniare che essa è un cammino di santità, che testimonia la fedeltà degli sposi nelle loro relazioni reciproche, la loro apertura alla procreazione e all’educazione dei figli, la solidarietà tra le generazioni e il rispetto per i più deboli. La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. È l’amore che sigilla la loro unione ed insegna loro ad accogliersi reciprocamente come dono. Il matrimonio è una scuola di amore e di fedeltà. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica».

Fulmini contro aborto («la voce del sangue di bambini non nati grida verso Dio»), eutanasia, manipolazione della vita. E quanto al cristianesimo del “dialogo” senza giudizio, basti l’invito ai giovani: «Non abbiate paura di andare controcorrente, difendendo la verità di Dio, alla quale odierne norme secolari sono lontane dal conformarsi sempre». Di fatto, è l’opposto di un cristianesimo attento a non disturbare i manovratori di questo mondo. «Questo mondo, in cui scompaiono progressivamente i pilastri spirituali dell’esistenza umana, aspetta da noi una forte testimonianza cristiana in tutti gli ambiti della vita personale e sociale».

Per il testo della Dichiarazione clicca QUI

Fonte: Tempi.it – Foto: Ansa

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