San Francesco Spinelli

Ciao a tutti! Mi chiamo Francesco e sono nato a Milano il 14 aprile1853. Ho scelto di ascoltare la chiamata del Signore che mi invitava a seguirlo e a diventare prete e sono stato ordinato sacerdote nel 1875 a Bergamo. Nel 1882, ho fondato l’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento. La vita, anche come sacerdote, non è stata facile e ho dovuto sopportare delle prove molto dure: l’istituto da me fondato in bancarotta, gli amici che mi hanno tradito, alcuni sacerdoti della Chiesa di Bergamo che prima mi hanno sostenuto e poi mi hanno abbandonato e costretto a lasciare la Diocesi. Con la fede, l’obbedienza e il senso del perdono cordiale sono riuscito a superare queste difficoltà. Il Signore non mi ha abbandonato. Sono stato accolto a Rivolta d’Adda dalle mie amate suore. Il Vescovo di Cremona, Mons. Geremia Bonomelli, ha approvato la mia presenza nella Diocesi e mi ha sempre sostenuto, così ho potuto continuare l’opera iniziata. Gesù per me è stato come il buon pastore che conduce le sue pecore e, anche se ho dovuto attraversare la valle oscura, non mi sono mai sentito solo. Quello che ho tentato di diffondere attraverso le mie suore è l’amore per l’Eucaristia e il servizio per i poveri, che sono l’immagine di Gesù. Sono morto a Rivolta d’Adda il 6 febbraio 1913 e sono stato proclamato beato da San Giovanni Paolo II il 21 giugno 1992 a Caravaggio, presso il santuario di Santa Maria del Fonte. Papa Francesco mi ha proclamato santo il 14 ottobre 2018 in San Pietro, a Roma. 

Preghiera
O Signore, aiutaci sull’esempio di Padre Francesco Spinelli, ad avere un cuore generoso, attento ai bisogni dei fratelli e pronto ad aiutarli. Aiutaci a trovare nell’Eucarestia, nell’adorazione e nella preghiera la forza per compiere gesti di aiuto al prossimo e di perdono verso chi ha commesso degli sbagli verso di noi. Amen

Impegno
Anche nella città, nel paese dove vivo ci sono sicuramente dei fratelli che hanno bisogno di aiuto: poveri, anziani, disabili… cerco di capire cosa posso fare per almeno uno di loro e mi prendo l’impegno di aiutarlo  concretamente con un gesto di carità (fare compagnia, accompagnare in una passeggiata, andare a fare la spesa per lui…).

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