Linee pastorali 2015/2016

Pubblichiamo le linee pastorali che il vescovo ha indirizzato alla Diocesi:

A tutti i fedeli della Diocesi, Sacerdoti, Religiosi/e, Laici

Nel prospettare alcune indicazioni per il cammino pastorale della nostra Chiesa nell’anno 2015-2016, ritengo sia opportuno tener presente il panorama emerso dalla verifica compiuta per i tre ambiti della catechesi, dei giovani e della famiglia, e nello steso tempo l’orizzonte segnato dal Convegno ecclesiale di Firenze ” In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” e dal Giubileo della misericordia. Negli incontri interzonali per la verifica dell’azione pastorale nei tre ambiti sopra ricordati, ho constatato la presenza di numerosi Operatori convinti, preparati, generosi nel servire la Chiesa vivente nelle nostre comunità parrocchiali. Pochi, certo, rispetto ai bisogni di una Chiesa che non è più così radicata nel territorio come cinquant’anni fa, ma che comunque mantiene una presenza significativa tra le popolazioni dei nostri paesi. Basti pensare alle molte e variegate presenze nell’ambito della carità (attenzione ai poveri, accoglienza di immigrati, cura dei malati, svariate forme di volontariato, …) e della cultura (catechesi, Oratori, scuole paritarie, insegnamento della religione cattolica nelle scuole, associazioni e movimenti, tentativi di nuova evangelizzazione, scuola di formazione politica, …).

Rimane comunque evidente che non si può più parlare di una Chiesa di popolo, nel senso di un radicato sottofondo cristiano che sostiene e motiva una mentalità comune e condivisi criteri di giudizio evangelicamente ispirati. Da qui nasce la necessità di riproporre il Vangelo come messaggio di speranza e ispirazione di vita anche agli stessi battezzati perché onorino il sacramento ricevuto con la coerenza delle proprie scelte. E’ l’obiettivo della “nuova evangelizzazione” ampiamente proposto nella Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”. In sintonia con questo obiettivo urgente e inderogabile rimane fondamentale e prioritario il recupero del senso autentico dell’Iniziazione cristiana, che trascina con sé immediatamente la cura della famiglia e l’accompagnamento educativo dei ragazzi e dei giovani. Brevemente ricordo, riguardo a questi tre ambiti, le mete da perseguire costantemente per dare corso effettivo ai risultati della verifica.

1. Per il cammino pastorale del prossimo anno.

1.1 Rinnovamento della prassi dell’Iniziazione cristiana.

Si tratta di continuare sulla strada intrapresa del modello catecumenale. Due sono le esigenze più urgenti:

– quella di sviluppare il percorso nella sua completezza che comporta i vari passaggi: gli incontri coi genitori che chiedono il Battesimo dei figli, il periodo 0-6 anni (in parecchi casi viene a coincidere con la pastorale delle giovani coppie), gli anni della preparazione a ricevere i sacramenti della Confermazione e della Eucaristia, il tempo della mistagogia;

– quella di preparare catechisti/educatori sia per i ragazzi che per i genitori, offrendo una formazione completa tanto sul piano dottrinale che spirituale, come stile di vita conforme al Vangelo e all’appartenenza alla Chiesa.

1.2 La pastorale familiare.

Considerando che il senso del matrimonio e della famiglia è gravemente minacciato da una cultura laicista ampiamente diffusa e pervasiva anche tra i battezzati, diventa necessario intervenire su due piani:

– mettere in luce le caratteristiche costitutive del matrimonio e dell’amore coniugale, che sono alla base dello stesso matrimonio sacramentale, mostrando la bellezza e la grandezza del Sacramento in rapporto al mistero grande di Cristo e della Chiesa;

– ripensare le modalità con cui la comunità cristiana accompagna

* la preparazione dei nubendi sia tenendo conto che molti sono già conviventi, sia proponendo percorsi in cui assieme agli incontri istituzionalizzati si prevedano anche incontri “familiari” con coppie-guida. In ogni caso c’è da chiedersi se i percorsi di 8-10 incontri siano sufficienti per aiutare coloro che sono intenzionati a sposarsi in Chiesa a compiere una autentica scelta di fede dal momento che molti di essi hanno assorbito clichés di pensiero e di comportamento non propriamente consoni al Vangelo e all’insegnamento della Chiesa.

* l’iniziale esperienza delle giovani coppie attraverso gruppi di spiritualità che valorizzino la casa come chiesa domestica. L’attenzione pastorale alle giovani coppie può integrarsi anche con gli incontri dei genitori che hanno figli in età di iniziazione e con eventuali iniziative programmate dalla scuola per i genitori dei propri alunni.

1.3 Pastorale giovanile.

La pastorale giovanile non si identifica con l’Oratorio ma trova nell’Oratorio una istituzione fortemente sentita nella tradizione della nostra Chiesa e vista con simpatia dalla gente, anche quella che non frequenta la parrocchia. Per di più, essendo l’Oratorio l’ambiente in cui si svolgono gli incontri catechistici dell’Iniziazione cristiana, favorisce la possibilità di incontrare adulti (i genitori dei ragazzi) che hanno bisogno – e a volte anche il desiderio – di rimotivarsi nella fede.

Compito della pastorale giovanile è fornire agli adolescenti e ai giovani proposte per la loro formazione cristiana in vista di una scelta vocazionale. Questo obiettivo è perseguito dalla parrocchia, ma anche da associazioni, movimenti, gruppi legati a particolari esperienze spirituali.

E’ senz’altro utile creare un clima di collaborazione e, per alcune iniziative, delle vere sinergie. I diversi percorsi formativi rispondono ai richiami interiori dello Spirito, alle inclinazioni delle singole persone e alle situazioni peculiari della loro vita.

Voglio spendere una parola su quell’esperienza di evangelizzazione di strada nata con la Missione Giovani del 2008 e portata avanti dalle Sentinelle del Mattino con l’iniziativa “Una luce nella notte”.

Il gruppo delle “Sentinelle del mattino” si è praticamente esaurito. Mi spiacerebbe se finisse anche l’esperienza da loro avviata e inserita fin dall’inizio nella pastorale giovanile. E’ mio desiderio che l’esperienza, pur strutturata con un target diverso, possa continuare come proposta diocesana nel suo significato fondamentale di cercare l’incontro con quei giovani che hanno dismesso il rapporto con Dio e con la fede. Si sta pensando come riprendere questa iniziativa, la quale pertanto, oltre che essere espressione di quella Chiesa in uscita di cui tanto spesso si parla, è anche un’occasione per i nostri giovani di “metterci la faccia” proponendo apertamente ai coetanei che incrociano per la strada un invito a incontrare il Signore nell’Eucaristia e a riscoprire la fede. Il progetto è diocesano e rientra nell’ambito della pastorale giovanile.

Evidentemente l’attività pastorale vede operanti anche tutti gli altri Uffici che hanno cura dei diversi ambiti della vita della Chiesa e che indicheranno le loro proposte.

Se mi sono limitato a richiamare alcune indicazioni relative alla Iniziazione cristiana, alla famiglia, ai giovani è per riguardo alla verifica compiuta in seguito a quanto abbiamo deciso l’anno scorso nell’incontro di programmazione pastorale.

2.Due istanze di carattere generale.

La verifica compiuta nei tre settori della pastorale ha riproposto con chiarezza anche due istanze che già in altre occasioni erano emerse: la formazione di operatori pastorali qualificati e una maggiore integrazione nell’operato dei vari Uffici.

2.1 La formazione di operatori.

Già l’anno scorso si era rilevata l’importanza, per tradurre operativamente le linee pastorali in tutte le parrocchie, di avere laici preparati nei vari settori della pastorale che potessero essere di supporto e di riferimento per quanti operano nei vari servizi di quelle parrocchie o quelle zone. In questo senso oserei parlare di “operatori qualificati”. Avere una rete di questo tipo sul territorio di tutta la Diocesi darebbe la possibilità non solo di alzare il tono dei vari organismi di partecipazione per competenza e senso ecclesiale di coloro che ne fanno parte, ma anche di evitare l’aggravarsi dei compiti sulle spalle dei sacerdoti, visto che per il momento la tendenza alla loro diminuzione numerica non accenna a cambiare.

Sotto questo profilo già si è lavorato in passato – dove più dove meno – in molteplici ambiti della pastorale. Con l’intento di offrire un aiuto alle singole Diocesi, l’ISSR di Crema, Cremona, Lodi è disposto a organizzare dei corsi di formazione per operatori nei vari settori della pastorale (liturgica, catechistica, sanitaria, familiare, …) analogamente a quanto ha già sperimentato per la pastorale giovanile. A tale scopo si prevede che il Direttore dell’ISSR contatti i Direttori degli Uffici diocesani per ragionare su questo progetto in modo di configurarlo, qualora lo si ritenesse utile, in termini realisticamente accessibili ed efficaci.

2.2 Maggiore integrazione nell’operato dei vari Uffici.

Pensando ad una maggiore integrazione nell’operato dei vari Uffici, si possono ipotizzare due livelli:

* quello di coinvolgere in iniziative proposte da un singolo Ufficio le varie realtà diocesane (es. associazioni, movimenti, gruppi, …) che hanno attinenza con quella determinata iniziativa. Si è verificato per la recente “festa della famiglia”; per la “giornata per la vita”; ecc. E’ una strada per richiamare al valore della diocesanità le varie presenze operanti nella Chiesa o comunque animate da spirito cristiano, oltre che per raggiungere con quell’iniziativa una cerchia più vasta di persone;

* quello della collaborazione tra i vari Uffici che convergono, pur con le proprie peculiarità, a progettare e realizzare insieme determinate proposte o determinati percorsi pastorali. Così è stato, per esempio, per il rinnovamento della prassi di Iniziazione cristiana, come anche per altre iniziative. Queste forme di collaborazione servono a superare il rischio, riscontrabile an-che nella nostra Diocesi, della moltiplicazione di iniziative e della frammentazione come osserva anche la traccia per il cammino verso il Convegno ecclesiale di Firenze: «Come risposta a questo rischio si è avviata in non poche Diocesi la progettazione di una “pastorale integrata”, forte di proposte unitarie (numerosi gli esempi di collaborazione tra pastorale familiare e pa-storale giovanile e anche del lavoro), basata sulla sinergia tra comunità educative (scuola, famiglie, associazioni) e la ricerca di collaborazione con le istituzioni civili in vista del bene comune»(pag. 19).

3. La Diocesi nel respiro della Chiesa universale.

Il cammino pastorale della Diocesi non può ignorare quello della Chiesa italiana e della Chiesa universale. Teniamo presenti, pertanto, quattro avvenimenti che sono in agenda nel prossimo futuro e che toccano concretamente la vita pastorale delle Chiese particolari.

3.1 Il Convegno ecclesiale di Firenze.

La Chiesa italiana, come sapete, si sta preparando al quinto Convegno nazionale che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 Novembre 2015 sul tema: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo“. Esso cade, come è tradizione, a metà del percorso decennale (2011-2020) degli Orientamenti pastorali della CEI: “Educare alla vita buona del Vangelo” e intende focalizzare l’attenzione sul fatto che “grazie a Gesù, Dio rivela la profondità di se stesso svelando al contempo all’uomo chi egli sia veramente“(cfr Traccia in preparazione al Convegno , pag. 42). Alla base vi è, dunque, un’istanza antropologica, che affrontiamo attingendo luce da Cristo, veramente e pienamente uomo, con l’intento di individuare le coordinate di una proposta educativa capace di rispettare e promuovere la dignità dell’uomo. Considerando che il processo educativo interagisce necessariamente col contesto sociale in cui viviamo e che tale contesto è, sempre più evidentemente, multietnico e multireligioso, è necessario rivolgere uno sguardo realistico al territorio in cui condividiamo la presenza con immigrati e (nuovi) poveri nell’intento di partecipare responsabilmente e attivamente a configurare, in base alla nostra visione antropologica, il nuovo volto della società e della Chiesa di domani.

In questo spirito vogliamo aprire l’Anno pastorale con un significativo momento diocesano in Cattedrale la sera di Sabato 5 Settembre alle ore 21 per pregare e riflettere su questo tema: “L’incontro con l’altro e la costruzione di una nuova identità sociale ed ecclesiale“.

Il tema avrà poi uno sviluppo successivo:

* Ottobre-Novembre: in preparazione alla Settimana della carità si svolgeranno, a livello internazionale, convegni sul tema: “Educare all’altro. Nuove relazioni pastorali tra uguaglianza e differenza“.

Gli incontri contribuiranno alla conoscenza del fenomeno della migrazione, così come si presenta ai nostri giorni, nell’obiettivo di costruire una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione.

Saranno destinati alle comunità, in primo luogo a coloro che operano nella carità e nella pastorale sociale, ai membri delle commissioni Caritas, ai centri di ascolto, ai membri delle Conferenze della S. Vincenzo, ai gruppi di volontari.

* Gennaio: 8 sera-10 mattina: corso residenziale aperto a sacerdoti e laici presso il Centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio sullo stesso tema del Convegno di Firenze: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo“.

* Nei Venerdì successivi 15-22-29 Gennaio sono previsti nelle interzone, sempre per preti e

Laici, degli incontri per comunicare il messaggio del Convegno di Firenze e riflettere come questo interpelli l’azione educativa della Chiesa nell’accompagnamento dei genitori dell’Iniziazione cristiana, nella formazione degli adolescenti e dei giovani, nella preparazione al matrimonio e nella vita della famiglia, nella formazione all’impegno socio-politico, nell’accompagnamento degli anziani e dei malati.

3.2 L’anno della Vita Consacrata.

Con la prima Domenica di Avvento dello scorso anno (30 Novembre) è iniziato l’Anno della Vita consacrata, che si concluderà il 2 Febbraio 2016. E’ sotto gli occhi di tutti la vertiginosa diminuzione delle Suore che, in un tempo non lontano, si incontravano in molte nostre parrocchie impegnate nelle scuole (soprattutto materne ed elementari), negli ospedali, nelle Case di riposo… La loro presenza era preziosa non solo per il servizio che offrivano, ma anche per la testimonianza della consacrazione che rimandava a Dio come il Bene supremo a cui dedicare totalmente e definitivamente la propria vita. In questo senso il Concilio Vaticano II parla della vita religiosa come di “un dono divino, che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore e con la sua grazia sempre conserva“(Lumen gentium, 43). Proprio perché dono di Dio, Dio non ne lascia mai priva la Chiesa. E così vediamo il fiorire di nuove forme di vita consacrata sia con la fondazione di nuovi Istituti religiosi maschili e femminili, sia nella modalità degli Istituti secolari e dell’Ordo virginum. La condizione della vita consacrata sollecita tutti i cristiani a pensare la propria vita come voca-zione, cioè a comprendere che la configurazione della propria esistenza, o – in altre parole – la scelta del proprio progetto di vita, si compie nel riferimento a Dio che chiama suscitando l’attrazione per una certa forma di vita (vocazione). Il che vale anche per la scelta presbiterale e per quella matrimoniale. Riscoprire la dimensione “vocazionale” della vita è urgenza che si impone in ogni processo educativo e che chiama in causa anzitutto la famiglia e la pastorale giovanile. A questo settore della pastorale diocesana rivolgo particolarmente l’invito a mantenere viva l’ispirazione vocazionale, attraverso un accompagnamento attento della persona non meno che nell’impostazione dei propri programmi. Ovviamente in sinergia con l’Ufficio di pastorale familiare e il Centro diocesano vocazioni.

Nella cornice di questo Anno della Vita consacrata, consideriamo una grazia speciale per la nostra Chiesa particolare che il prossimo 18 Ottobre venga proclamato santo un sacerdote della nostra Diocesi, don Vincenzo Grossi (1845-1917), fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio. La sua intercessione ci ottenga dal Signore nuove vocazioni alla vita consacrata, nonché generosi e santi operatori a servizio dei giovani.

3.3 Il Sinodo sulla famiglia.

Dal 4 al 25 Ottobre si riunirà la XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo“. Il Papa ripetutamente invita a pregare per il buon esito dei lavori dell’Assise. In risposta a questo invito la CEI propone una veglia di preghiera in piazza San Pietro a Roma la sera del 3 Ottobre prossimo. Ci uniamo spiritualmente anche noi, come l’anno scorso, con una veglia che si celebrerà presso la “Santa Casa” nella chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio in Città. Inoltre, fino al 25 Ottobre, giornata conclusiva del Sinodo, è possibile lucrare l’indulgenza plenaria a chi visita la “Santa Casa”, alle solite condizioni.

3.4 Il Giubileo della Misericordia.

L’8 Dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, si aprirà il Giubileo straordinario della Misericordia che si concluderà il 20 Novembre 2016 solennità di Gesù Cristo Signore dell’universo. Nell’indire questo Giubileo straordinario, papa Francesco, scrive che abbiamo bisogno sempre di contemplare il mistero della misericordia… ma “ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre“(Bolla di indizione, n. 3).

Più avanti saranno date indicazioni specifiche per vivere questo Giubileo della Misericordia. Al presente mi limito a queste:

  1. a) le chiese giubilari nella nostra Diocesi sono: la Cattedrale, il Santuario di Santa Maria del Fonte (Caravaggio), il Santuario Beata Vergine della Misericordia (Castelleone), il Santuario Beata Vergine della Fontana (Casalmaggiore).

Il Santo Padre ha stabilito che la Domenica 13 Dicembre “in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale, che è la chiesa madre per tutti i fedeli… si apra per tutto l’Anno Santo una porta della Misericordia“.

  1. b) il 4-5 Marzo (Venerdì e Sabato che precedono la IV Domenica di Quaresima) si celebrerà, presso le chiese giubilari, l’iniziativa “24 ore per il Signore”. In questa iniziativa che vede l’esposizione continua della Eucaristia per 24 ore, “poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permetta di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore“(Bolla di indizione, n. 17).

In ogni caso, al di là di iniziative specifiche, il Papa richiama insistentemente a praticare le opere di misericordia corporale e spirituale, mentre ci consegna, quale “motto” dell’Anno Santo, le parole del Vangelo “Misericordiosi come il Padre“.

Confidando anche noi nella misericordia del Padre, investiamo nell’Anno pastorale che ci sta davanti, la nostra preghiera e le nostre energie in un gioioso e appassionato servizio a Dio e alla Chiesa.

+ Dante, vescovo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *