L’arte del Silenzio

Nella settimana tra il 17 ed il 23 di Agosto ho avuto la fortuna di potermi recare all’Eremo di Camaldoli per vivere una splendida esperienza di spiritualità, ricerca, condivisione, dialogo, amicizia e vita comunitaria, in compagnia del parroco don Giuseppe e di un piccolo gruppo di persone appartenenti alla nostra comunità parrocchiale e alla nostra diocesi. L’esperienza vissuta all’Eremo è stata molto intensa e stimolante, vissuta rispettando, per una settimana, i ritmi abitualmente seguiti dai monaci la cui vita, come ci hanno detto, “è dura, molto dura, quasi impossibile, ma bella perché buona”. La realtà monastica benedettina è sovente identificata con il motto “ora et labora”. Questa espressione rende bene la concretezza della vita che si svolge in un monastero giorno dopo giorno. Attraverso il lavoro delle loro mani i monaci condividono una delle dimensioni fondamentale della vita di ogni uomo e donna, facendosi loro compagni di viaggio.

Anche per noi la settimana camaldolese è trascorsa all’insegna della spiritualità, scandita da diversi momenti di preghiera, Mattutino, Lodi, Eucaristia e Vespri, dal lavoro quotidiano, nella gestione comunitaria della Foresteria, della cucina e delle camere, ma anche all’insegna della contemplazione della bellezza della naturale e delle opere d’arte.

Il Sacro Eremo di Camaldoli, protetto dalla foresta come “un guerriero con l’armatura e lo scudo” e come “un tabernacolo sempre pronto coperto da un velo” è cuore pulsante della cristianità situato tra due polmoni verdi: la foresta Toscane e quella Romagnola del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Entrando con fiducia nell’Eremo e lasciandoci condurre ad assaporare l’arte del silenzio ci siamo resi conto di quanto sia importante imparare a respirare, a leggere, a pensare, a riflettere, coltivare il desiderio dell’incontro, della comunione, della comunicazione e del rincrescimento. Oggi parliamo a vanvera, non diciamo più parole significative. Solo una parola nata dal silenzio può essere offerta all’altro, può creare comunicazione vera. Questo esercizio è qualcosa che oggi non c’è nelle famiglie, la scuola non lo insegna, ed è anche molto difficile nella nostra parrocchia.

Camaldoli 2-2014

Riflettendo sulla realtà della vita monastica mi tornano in mente le parole di San Paolo ai Romani: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene;  amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.”

Tutti noi siamo chiamati alla santità, ma “gareggiando” con i monaci incontrati all’Eremo ci si sente come principianti che si confrontano con dei campioni di serie A. Per dirlo con le parole del Concilio Vaticano II: “I seguaci di Cristo, chiamati da Dio non secondo le loro opere, ma secondo il disegno della sua grazia e giustificati in Gesù Signore, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi. Essi quindi devono, con l’aiuto di Dio, mantenere nella loro vita e perfezionare la santità che hanno ricevuta”.

Non basta pensare di non aver commesso il male o di essere stati buoni, tutto è vanità, fumo che si dissolve, dice Qoèlet, “rispetta Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l’uomo è tutto”.

ECCO 10 BUONI MOTIVI PER CUI VALE SEMPRE LA PENA TRASCORRERE QUALCHE GIORNO ALL’EREMO DI CAMALDOLI (fonte riadattata sito FUCI – S. Sanchini):

  1. Per chi crede: per approfondire i contenuti della propria fede, in un clima di autentico dialogo, confronto, libertà, per riscoprire il gusto di una liturgia curata e partecipata, perché qui è possibile migliorare la conoscenza della Scrittura e della teologia.
  2. Per chi non crede o per chi è in ricerca: per incontrare persone aperte al dialogo e prive di pregiudizi, capaci di mettersi in ascolto sincero e di confrontarsi.
  3. Per chi ama la natura: perché il Casentino è uno dei paesaggi più verdi e rilassanti d’Italia, cornice ideale per qualche giorno di riposo a contatto con la natura.
  4. Se cercate un po’ di solitudine e silenzio, se avete bisogno di uno spazio in cui ritemprarvi e trovare voi stessi. A Camaldoli scordatevi televisione, internet e rete per i cellulari. Per ricordarsi che c’è vita senza smartphone!
  5. Se cercate invece compagnia e volete fare nuovi incontri: perché potete scegliere tra una vasta gamma di corsi, proposte, settimane di studio, cultura e spiritualità, in cui ritrovarvi a riflettere con persone provenienti da tutta Italia e non solo. Magari lungo i sentieri della foresta potrete fare anche voi incontri inaspettati come è successo a noi con Pino e Rossella, genitori di Giulia, da poco entrata nel convento di clausura di Santa Caterina a Bologna. La cena con loro nella Foresteria è stata una dei momenti più intensi e significativi della settimana. I loro sorrisi e le lacrime, le parole nel descrivere le loro preoccupazioni, la forza e la gioia comune nel Cristo risorto resteranno nei nostri cuori.
  6. Per chi ama la buona cucina: perché tra affettati, porcini, cantucci con mandorle e vin santo, c’è l’imbarazzo della scelta, soprattutto se in cucina avete la fortuna di trovare ottime cuoche come Gabriella, Maria, aiutate da Anna e Noemi. E se qualcosa rimane sullo stomaco, basta un buon bicchierino di Laurus 48 per digerire tutto.
  7. Per sfatare molti pregiudizi e stereotipi sulla vita monastica: se pensate ai monaci come persone serie, silenziose, staccate dal mondo qui potrete ricredervi e trovare invece una comunità accogliente e ospitale, variegata e curiosa, divertente, impegnata nelle attività più disparate: dallo studio al lavoro agricolo, dalla gestione della Foresteria alla preparazione dei prodotti per la celebre Farmacia.
  8. Se amate l’arte e la storia: perché la Toscana è da sempre culla della cultura. A Camaldoli potrete trovare tante chicche: dalle tele di Vasari e dagli altorilievi in ceramica invetriata di Andrea della Robbia alle opere di autori contemporanei che qui scelgono di esporre i loro dipinti, le loro fotografie, le loro sculture. Situato alla sommità del vicino borgo medievale di Poppi, il bellissimo Castello dei Conti Guidi, che risale al X secolo. Numerosi sono poi i siti di interesse storico-artistico-religioso dal monastero di Vallombrosa al santuario della Verna e della madonna del Sasso.
  9. Se amate i libri: la libreria del monastero è un luogo speciale dove trovare una vasta selezione di titoli, accuratamente scelti, non solo legati all’esperienza monastica ma anche libri di storia e cultura, narrativa, libri per bambini, biografie.
  10. Per fare lunghe passeggiate, per vedere un luminosissimo cielo stellato, per le tisane con il miele… e per tutti gli infiniti altri motivi che ciascuno potrà scoprire e trovare in questa oasi di pace che da più di mille anni è punto di partenza e approdo sicuro per tanti che hanno la fortuna di passare anche solo per caso di qua.

Perché dopo un anno di lavoro, studio e impegno il vostro cuore e la vostra mente ritroveranno a Camaldoli ossigeno e nutrimento. Perché a Camaldoli vi sentirete a casa. E se non siete mai stati a Camaldoli o vi apprestate a tornarci, un po’ vi invidio perché il tempo trascorso a Camaldoli è un tempo speciale, che non torna più, e che porti eternamente nel cuore.

Camaldoli 1-2014

 

Camaldoli 3-2014

 

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