L’INCONTRO DI MERCOLEDI’ 28 MAGGIO IN ORATORIO
Don Claudio Rasoli nel suo intervento ha anzitutto sottolineato alcuni aspetti centrali del messaggio di Papa Francesco.
Il relatore ha esordito sottolineando come la capillare diffusione dei media, soprattutto internet, permetta agli uomini di sentirsi più prossimi gli uni agli altri e di percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa. Aspetti certamente positivi che si scontrano con alcuni limiti evidenti: la velocità dell’informazione che supera la capacità di riflessione e giudizio e che non permette un’espressione di sè misurata e corretta, ma anche la tentazione di chiudersi in una sfera di informazioni che corrispondono solo alle proprie attese e idee.
Forte dell’invito di Francesco ai cristiani di farsi «cittadini dell’ambiente digitale», è stato rimarcato quanto sia importante che i discepoli di Gesù si impegnino nella diffusione di una cultura ispirata al Vangelo nella rete, con competenza e fantasia, ma anche con lungimiranza e costanza.
Don Rasoli ha parlato anche degli altri mass-media ecclesiali e della necessità che i cristiani li utilizzino e li sostengano. «Giornali, radio, televisioni cattoliche – ha spiegato – hanno una marcia in più rispetto agli altri mezzi perchè non cercano lo scoop a tutti i costi a discapito della dignità delle persone, ma tentano di comunicare con obiettività attraverso la lente del Vangelo. Il loro scopo non è soltanto quello di informare semplicemente, ma di formare uno spirito critico nel lettore e di permettergli di scorgere la presenza e l’azione di Dio nella storia quotidiana. Un servizio fatto con grande professionalità e con quella sana laicità che permette di parlare a tutti, anche con chi non frequenta i nostri ambienti».
Nella seconda parte dell’incontro la dottoressa Silvia Corbari ha affrontato il tema dal versante educativo. In modo particolare la presidente diocesana di Azione Cattolica si è soffermata su alcuni rischi: la velocità della rete che pregiudica un sano discernimento, l’incomunicabilità tra le vecchie generazioni – composte soprattutto da immigrati digitali – e quelle nuove dei nativi digitali, la perdita di un senso del pudore nel raccontare se stessi, la mutazione del significato dell’amicizia e delle relazioni interpersonali
Corbari ha invitato in modo particolare a superare l’idea che la rete proietti in una realtà virtuale che nulla ha a che fare con la realtà concreta. La sfida è vedere la rete come un prolungamento, un potenziamento della vita reale. Una vita reale che nel suo modo di comunicare, percepire e relazionare è profondamente mutata proprio grazie all’avvento prepotente del digitale.
Per riflettere: guarda il video provocazione presentato durante l’incontro dala dottoressa Silvia Corbari.
LA FESTA DEI MEDIA DOMENICA 1° GIUGNO
«I cristiani impegnati nella pastorale che utilizzano i mass-media ecclesiali hanno una marcia in più perché sentono maggiormente il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale, sono più preparati culturalmente, hanno maggiori strumenti per rendere ragione della loro fede e, soprattutto, non si lasciano intimorire dalle tante stupide e superficiali accuse lanciate alla Chiesa». Questo uno dei passaggi fondamentali del messaggio che don Claudio Rasoli, direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali, ha lanciato domenica 1° giugno, in parrocchia, in occasione della festa diocesana dei mass-media. Il sacerdote ha celebrato le Eucaristie delle 9.30 e delle 11, affiancato da don Giuseppe e da don Gabriele, poi insieme ai suoi collaborati ha animato lo stand sul sagrato distribuendo a tutti i fedeli una copia omaggio del settimanale diocesano «La Vita Cattolica» e del quotidiano «Avvenire».