Nel corpo “preparatomi da Dio” e che mi accomuna ad ogni uomo e al tempo stesso mi personalizza, è incisa la mia unicità, la mia irripetibilità, ma anche la mia chiamata ad esistere con gli altri, grazie agli altri e per gli altri: il corpo è appello e memoriale della vocazione di ognuno alla libertà e alla responsabilità. (“Il Corpo”, Luciano Manicardi).
E’ stato il tema del CreGrest estivo di quest’anno, Everybody, un percorso che ha avvicinato ragazzi ed educatori alla riscoperta del proprio corpo, non solo come strumento del vivere terreno e quotidiano, ma come dono di Dio ed espressione di quel grande mistero che è l’Incarnazione.
Quel corpo che, unito allo spirito, forma la persona; l’unicità dell’essere umano, con le sue relazioni, la coscienza, la forza del donare come la gioia nel ricevere.
Ed è il corpo, anzi i corpi, in tutta la loro interezza, che noi genitori abbiamo dapprima intravisto, durante le settimane del Grest, “sbirciando da fuori il cancello“, rubando uno sguardo, un sorriso, pur se impegnato in un gioco, un ballo o una preghiera; gli stessi corpi che, poi, abbiamo ritrovato sul palco sabato sera, serata finale del Cre, a raccontarci -anche col corpo, appunto- un classico della fiaba di sempre: Pinocchio, il furbo burattino di Collodi, sul quale corpo -nelle trasformazioni da legno a carne ed ossa, e viceversa- io genitore ho rivissuto il parallelo con il tema dell’estate in Oratorio.
Una serata perfetta, neanche la pioggia se l’è sentita di rovinarla, magistralmente preparata ed orchestrata da animatori, Don e tutto lo staff tecnico; una serata che, anche con qualche scatto rubato dal buio dell’affollatissima platea, speriamo i nostri ragazzi ricorderanno per sempre.