Carità pilastro dell’iniziazione cristiana

Nell’anno dedicato alla verifica nei vari ambiti pastorali, sabato 8 novembre si è tenuto, in apertura della «Settimana della Carità», l’incontro tra mons. Lafranconi e quanti si occupano di solidarietà sia in ambito parrocchia sia diocesano. Il presule ha anzitutto sottolineato quanto l’attenzione caritativa sia essenziale nei cammini di iniziazione cristiana: «Accanto ai pilastri della conoscenza del dato di fede e della liturgia-preghiera quello della carità riveste un ruolo importantissimo. Ho l’impressione che nella programmazione degl itinerari catechistici questo aspetto non abbia la giusta rilevanza».

Per mons. Lafranconi occorre dunque investire sempre di più sulla formazione al servizio: «Per fare questo serve una profonda sinergia tra famiglia e parrocchia. Come è importante che i genitori insegnino ai loro figli a pregare così è necessario che gli aiutino a vedere le necessità degli altri: degli anziani, degli ammalati, dei vicini di casa, degli immigrati e dei poveri. Senza questo contributo la parrocchia farà fatica ad aiutare i ragazzi a diventare dei discepoli di Gesù che sanno mettersi a disposizione di chi è più povero e più fragile».

Consapevole che l’iniziazione cristiana sarà davvero efficace se tutti e tre gli ambiti – catechesi vera e propria, liturgia e carità – sapranno interagire tra di loro il Vescovo ha chiesto agli operatori pastorali presenti di coadiuvare sacerdoti e catechisti con proposte concrete, anche attraverso esperienze di servizio significative.

Essenziale è però educare alla carità secondo lo spirito di Gesù: «Anzitutto occorre insegnare che non si può mai separare l’amore a Dio dall’amore al prossimo. Le nostre comunità deve dunque trasmettere un forte senso di fraternità escludendo i pregiudizi e le mormorazioni». In secondo luogo è necessario far capire che «l’amore cristiano è sempre gratuito»: importanti sono dunque le esperienze di volontariato anche non strettamente ecclesiale. E non da ultimo l’amore cristiano conduce sempre al perdono: «Quanto è urgente insegnare a gestire le conflittualità, a far prevalere sempre il dialogo e la comprensione soprattutto verso gli immigrati e i carcerati».

Nella seconda parte della riflessione il presule ha chiesto alle diverse realtà caritative istituzionali, come Caritas e San Vincenzo, di farsi promotori di unità e collaborazione anche con gli altri organismi ecclesiali che si occupano di solidarietà: «Si può operare in maniera diversa, ispirati da carismi differenti, ma tutto deve convergere verso un obiettivo comune». Alla Caritas in modo particolare ha domandato di impegnarsi anche dal punto di vista “culturale”: «Paolo VI aveva chiesto di essere fermento per una rinnovata sensibilità alla carità».

Quest’anno la Caritas intende promuovere incontri zonali di confronto sull’Evangelii Gaudium – indicata dallo stesso vescovo Dante come strumento di approfondimento e potranno essere organizzati degli appuntamenti sia a livello parrocchiale e sia zonale su temi dell’Expo 2015: diritto al cibo, spreco di alimenti, storture del mondo finanziario, questione della pace e della fraternità fra i popoli.

(fonte www.diocesidicremona.it)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *