L’albero di Natale di Aleppo

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Aleppo si è liberata in questi giorni da jihadisti e ribelli, che nonostante tutti gli sforzi, non sono riusciti a uccidere lo spirito di tolleranza e convivenza tra religioni ed etnie.

In piazza, a festeggiare insieme la liberazione della città dai jihadisti e il Natale che si avvicina, sono scesi sia musulmani che cristiani, in barba al proselitismo esercitato dai gruppi salafiti e jihadisti i quali dal 2012 hanno cercato di imporre un islam takfiri e wahhabita. Le persone originarie di Aleppo ritornate in città dopo la liberazione sono circa un milione.

“Erano 6 anni che ad Aleppo Ovest nei quartieri cristiani non si festeggiava il Natale con decorazioni e luci. Ora vediamo gesti di speranza e cambiamento”. Lo ha detto il vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, mons. Antoine Audo, in un’intervista al telegiornale di Tv2000.

“Ad oggi non sentiamo più gli spari – ha aggiunto mons. Audo – c’è stato un cambiamento totale. La gente è contenta. Ho rivisto dopo tanto tempo nei balconi gli alberi di Natale. Nella piazza del quartiere cristiano è stato allestito anche un albero di Natale, non è certo l’albero di Piazza San Pietro in Vaticano ma è un’immagine della pace ritrovata. Per l’occasione il 23 dicembre nella zona delle 3 cattedrali cattoliche è stata organizzata una manifestazione di gioia e festa”.

“Per la prima volta sono tornato ieri nei quartieri di Aleppo Est – ha raccontato mons. Audo – c’è una distruzione terribile, non siamo abituati a vedere certe scene che voi avete avuto modo di vedere attraverso la televisione”.

“Come Caritas – ha concluso mons. Audo – siamo in contatto con i gruppi internazionali nella parte Est. Nei prossimi giorni apriremo dei centri di accoglienza nella parte Est per l’organizzazione degli aiuti finalizzati alle persone più deboli di quella regione”.

Fonte: TV2000  (19 dicembre 2016)

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