Nel novantesimo anniversario della morte del beato torinese Pier Giorgio Frassati, avvenuta il 4 luglio 1925, in tutt’Italia sono state organizzate numerose iniziative lungo i sentieri alpini che gli sono stati dedicati. L’Azione Cattolica di Mozzanica ha voluto partecipare all’iniziativa con una gita estiva in memoria del beato Frassati, giovane che amava la montagna e la sentiva come un mezzo di elevazione dello spirito, una palestra dove si tempra l’anima e il corpo, metafora della ricerca di Dio, che diceva: «Vorrei passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la grandezza del Creatore».
L’uscita organizzata prevedeva un’escursione in alta val Seriana con destinazione il rifugio Curò, uno dei più conosciuti e frequentati rifugi situato al centro di una delle più belle conche delle Alpi Orobie dalla quale si possono osservare tutte le maggiori vette orobiche: il Pizzo del Diavolo della Malgina, le Cime di Caronella, il Monte Torena, il Pizzo Strinato, il Monte Gleno, il Pizzo Recastello, il Pizzo dei Tre Confini e il Pizzo Coca.
Il rifugio è dedicato all’Ing. Antonio Curò, appassionato naturalista e amante della montagna che nel 1873 fondò la Sezione di Bergamo del CAI con il dottor Matteo Rota e altri 28 soci fondatori.
Il ritrovo è alle ore 6.00 al parcheggio dell’oratorio di Mozzanica, la giornata è ideale. Località di partenza della nostra escursione è Valbondione (970 m), bella borgata in alta Val Seriana che raggiungiamo con tre macchine.
Arrivati a Valbondione ci prepariamo per la camminata. Le alternative sono due: il sentiero estivo, più lungo ma meno impegnativo, soprattutto la strada sterrata iniziale, oppure il sentiero invernale che da questa si divide e sale, inoltrandosi nel bosco sul versante opposto della valle attraversando il grazioso nucleo di Maslana (1150 m).
Noi optiamo per la seconda alternativa e superato il nucleo di baite, oltrepassato un ponticello in pietra, proseguiamo oltre il fondovalle per poi entrare nel bosco di faggi e raggiungere i ripidi prati posti sotto la fascia rocciosa che sbarra la valle. Con percorso molto ripido guadagnamo faticosamente quota seguendo la linea di massima pendenza con numerosi zig-zag fino a toccare la citata fascia rocciosa. Ne attraversiamo la base verso est continuando la salita attrezzata con catene e cavi metallici.
Arrivati al rifugio Consoli decidiamo subito di pranzare. Dopo esserci rifocillati raggiungiamo finalmente il vicino rifugio Curò (1995 m), e decidiamo di rilassarci trascorrendo alcuni momenti insieme tra discorsi seri e altri un po’ meno, lungo il sentiero che costeggia il bacino artificiale del Barbellino. Oltre a soffermarci ad ammirare il paesaggio ed in particolare, i fiori, gli alberi e le cascate che ci circondano, ci stupisce la diversità di gente che incontriamo: famiglie, ragazzi, bambini, adulti, nonni…tutti uniti dalla passione per la montagna e, anche se più o meno affaticati, tutti determinati ad arrivare alla meta.
Dopo esserci ben riposati decidiamo di prepararci per il rientro. Questa volta scegliamo di percorrere il sentiero estivo facendo una breve sosta per una preghiera davanti ad una graziosa chiesetta di montagna. Arrivati alle macchine ci salutiamo stanchi, ma felici di aver trascorso una giornata insieme, diversa dal solito, in una così suggestiva ambientazione.
Desideriamo rivolgere un ringraziamento speciale a Sem e Roberto, che si sono molto adoperati per la buona riuscita dell’iniziativa. Guide esperte e sicure, hanno saputo trasmettere a tutti noi la gioia dello “stare” ma anche del “camminare” insieme.
Come dice un proverbio africano: “se vuoi arrivare primo corri da solo, se vuoi andare lontano cammina insieme”.