Così è stato per san Giovanni Bosco che ha provato per la Vergine Maria un amore del tutto particolare, un filiale affetto espresso in una straordinaria devozione. Sono innumerevoli i documenti che il fondatore dei Salesiani ha redatto riguardo la figura della Mamma Celeste e, nello scorrere le pagine della sua vita, colpisce questa presenza continua in ogni capitolo della sua biografia. Basterebbe ricordare come alla vigilia della sua partenza per il seminario, sua madre Margherita gli disse: “Giovannino mio, quando sei venuto al mondo ti ho consacrato alla Beata Vergine Maria; quando hai iniziato i tuoi studi ti ho raccomandato la divozione a questa nostra Madre; e se diventerai sacerdote, raccomanda e propaga sempre la divozione di Maria”.
Maria è stata presente nella vita di don Bosco fin dai suoi primi anni di vita. Nato il giorno successivo alla festa dell’Assunta del 1815, fu educato da mamma Margherita a quell’amore semplice e verace, tipico della devozione popolare, verso la Madre di Cristo. In questo embrione della sua devozione mariana spicca il sogno del piccolo Giovanni nel quale è preannunciata la sua missione di educatore e pastore dei giovani. È il Figlio stesso della Vergine, Gesù, a rivelarglielo: “Io ti darò la Maestra sotto la cui disciplina (cioè una guida forte e robusta), potrai diventare sapiente”.
Tutto è racchiuso in Lei, in Maria, per don Bosco. E non poteva che essere proprio Maria il modello educativo da seguire e far seguire. Nel suo libretto “Il mese di maggio consacrato a Maria SS. Immacolata ad uso del popolo”, scritto nel 1858, si legge:
“Tre cose da praticarsi in tutto il mese:
1. Fare quanto possiamo per non commettere alcun peccato nel corso di questo mese: sia esso tutto consacrato a Maria.
2. Darsi grande sollecitudine per l’adempimento de’ doveri spirituali e temporali del nostro stato.
3. Invitare i nostri parenti ed amici e tutti quelli che da noi dipendono a prendere parte alle pratiche di pietà che si fanno in onore di Maria nel corso del mese”.
È significativo che i trentuno fioretti presentati in questo opuscolo consistano essenzialmente in esercizi pratici per alimentare l’unione con Dio, il fervore spirituale e l’esercizio delle virtù nel vissuto quotidiano. Non è una devozione che si ripiega in sé stessa. Per san Giovanni Bosco deve “sfociare” negli impegni della vita di tutti i giorni: visione profetica per i tempi in cui è vissuto il sacerdote torinese.
Altro fondamentale tema della sua spiritualità mariana è il collegamento tra devozione alla Vergine Madre e salvezza eterna. Sempre nel libretto del 1858, troviamo scritto in merito: “Poiché il più bell’ornamento del cristianesimo è la Madre del Salvatore, Maria Santissima, così a Voi mi rivolgo, o clementissima Vergine Maria, io sono sicuro di acquistare la grazia di Dio, il diritto al Paradiso, di riacquistare insomma la perduta mia dignità, se Voi pregherete per me: Auxilium christianorum, ora pro nobis”. Don Bosco è convinto che Maria intervenga come avvocata efficacissima e mediatrice potentissima presso Dio per aiutarci a raggiungere, “riacquistare” la perduta dignità di figli di Dio. Guarda in alto, guarda al Paradiso, don Bosco. E per raggiungere il Cielo c’è bisogno della materna intercessione dell’Auxilium christianorum.
È dal momento della consacrazione del famoso santuario di Valdocco (9 giugno 1868) che don Bosco diventerà instancabile apostolo di Maria Ausiliatrice: auxilium della Chiesa nelle battaglie della storia; ispiratrice e sostegno potente dell’opera salesiana; presenza materna nella vita di coloro che a Lei si affidano. In occasione di questa consacrazione, don Bosco redigerà un altro opuscolo, intitolato “Maraviglie della Madre di Dio invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice”. Significative le parole che usa per descrivere Maria, spiegando che è “per meritarsi una speciale protezione del Cielo che si ricorre a Maria, come Madre comune, come speciale ausiliatrice dei Re, e dei popoli cattolici di tutto il mondo. (…) Ella è regina per la grande potenza che ha nel Cielo come Madre di Dio; Ella sta seduta a destra di Gesù per placare lo sdegno, per aiutarci nelle nostre miserie, per essere nostra ausiliatrice, nostra sovrana avvocata”.
Testimonianza viva della missione mariana di don Bosco è l’“Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice” (fondata un anno dopo il santuario, nel 1869), mirata a “promuovere la devozione verso la Madre di Dio e la venerazione verso l’augusto sacramento dell’Eucaristia”. Con la diffusione mondiale dell’opera salesiana il culto dell’Ausiliatrice si propaga ovunque, inscindibilmente connesso con la figura di don Bosco e con la sua missione.
Il 25 aprile 1884 esce sulle colonne del Journal de Rome un’intervista a don Bosco. Alle domande del reporter francese il santo piemontese in più riprese fa riferimento alla Vergine. Ad esempio, alla domanda “Per quale miracolo lei ha potuto fondare tante case in tanti paesi del mondo?” risponde con queste parole: “Ho potuto fare più di quello che speravo, ma il come non lo so neppure io. La Santa Vergine, che sa i bisogni dei nostri tempi, ci aiuta…”. E, ancora più avanti, il giornalista incalza con una domanda assai indiscreta: “Di miracoli ne ha fatti?”. A questa, don Bosco risponde: “Io non ho mai pensato ad altro che a fare il mio dovere. Ho pregato e ho confidato nella Madonna…”.