«Quando la vita si fa complicata invoca dal profondo una parola che la salvi» ha esordito il Vescovo nella sua omelia del Mercoledì delle Ceneri. Il perdono a cui richiama la Parola di Dio in questo tempo di preparazione alla Pasqua non lo dobbiamo chiedere perché Dio allontani da noi un flagello, ma per essere salvati da quel Gesù che ha condiviso la nostra vulnerabilità. Lui ci viene incontro e la riconciliazione è il rimedio più grande che ci viene offerto per vivere in quella pace che è forza per affrontare le difficoltà. Le altre medicine per i mali del non senso, della disperazione e del peccato sono la preghiera, l’elemosina e il digiuno che il Signore, come dice il Vangelo, vede nel segreto. Così anche la situazione del tutto particolare di queste settimane senza celebrazioni pubbliche diventa occasione propizia per restare nel segreto con il Padre. La preghiera personale è altrettanto potente quanto la preghiera liturgica, e insieme fanno della Chiesa il corpo di Cristo che non vive solo nell’aula, ma nelle case, nei luoghi di lavoro.