Tornato all’originario splendore l’organo Tamburini

Dopo un doveroso ed approfondito lavoro di restauro durato circa un anno, il pregiato organo Tamburini della chiesa parrocchiale di Mozzanica è tornato al suo antico splendore. L’inaugurazione nei giorni scorsi, con una celebrazione solenne presieduta dal parroco don Bruno Galetti (con lui sull’altare i mozzanichesi don Andrea Piana, vicario a Caravaggio, e padre Gianni Nicoli, dehoniano) ed animata dai canti della corale Santo Stefano diretta da Emanuele Magli e accompagnata all’organo stesso da Denise Lamera. Al termine il gruppo Storie di Mozzanica ha curato un momento di divulgazione culturale con interviste ad Adriano Carpani, storico del paese che ha da poco dato alle stampe una pubblicazione dedicata alla famiglia di organari Lingiardi, una delle più importanti in Italia, originaria di Mozzanica e poi trasferitasi a Pavia, al restauratore dell’organo Tamburini Claudio Bonizzi, titolare della ditta “Inzoli cav. Pacifico” di Crema, un’eccellenza del settore, e a Rosalba Rapuzzi che si è occupata del restauro del coro ligneo ottocentesco all’interno del quale l’organo della chiesa di Santo Stefano trova posto.

Fabbricato dalla pontificia fabbrica “Giovanni Tamburini” di Crema, l’organo a canne della parrocchiale di Mozzanica compie proprio in questo 2024 ottant’anni. Il collaudo effettuato da Federico Caudana, organista e maestro di cappella della Cattedrale di Cremona, reca infatti la data del 25 giugno 1944.

Prima del Tamburini la chiesa di Santo Stefano era provvista di altri organi, di cui si ha notizia almeno dalla metà del XVIII secolo. Nel 1655, ad esempio, è documentato un regale, un organo a canne di piccole dimensioni. Nel 1790 è documentato uno strumento fabbricato dal bergamasco Giuseppe Bossi, sostituito nel 1847 dall’organo Lingiardi, fabbricato dai fratelli Giacomo e Luigi Lingiardi di Pavia, sostituito per l’appunto nel 1944 dal moderno organo a trasmissione elettrica dell’organaro cremasco Tamburini.

«Sono molto soddisfatto – commenta il parroco don Bruno Galetti – di come la ditta Inzoli ha condotto quest’operazione di restauro durata circa un anno. Non sono stati eseguiti solo interventi di riqualificazione dell’esistente ma con il benestare della Soprintendenza sono state aggiunte delle trombe e delle migliorie sui pedali che rendono ora lo strumento pienamente rispondente alle esigenze della liturgia. Peccato solo che negli anni quaranta del secolo scorso andò perduto l’organo Lingiardi che il Tamburini pensava di risistemare in una nuova cassa nella controfacciata e di unire al nuovo organo con una console di comando per entrambi situata dietro l’altare».

La spesa per il restauro delle parti esistenti è stata di 30mila euro, cui si aggiungono circa 29mila euro per le parti in aggiunta e per le migliorie. Dalla Bcc di Mozzanica è arrivato un contributo a fondo perduto di 20.000 euro che, sommato all’8 per mille della chiesa cattolica, ha permesso alla parrocchia di sostenere il costo di questo intervento.

 

Fonte: www.diocesidicremona.it

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