Oggi è la solennità dei santi Pietro e Paolo. Una buona, anzi ottima occasione per ribadire a voce alta la nostra fedeltà indefessa alla Chiesa Cattolica e al romano pontefice recitando le parole di Gesù del Vangelo:
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa
Anche loro hanno dovuto convertirsi, e non è sicuramente stato facile.
Quel rude pescatore di Cafarnao si è messo in discussione davanti a Gesù, facendosi rimproverare parecchie volte, prima di rinnegare di averlo mai conosciuto, nel momento più difficile.
Quel giovane e zelante maestro di Tarso era convinto che la volontà di Dio fosse quella di perseguitare i cristiani, anche se alla lapidazione di Santo Stefano, che approvava, si limitò a far la guardia ai mantelli dei suoi assassini.
Ma la conversione più difficile fu quella di mantenere la fede, la speranza e la carità, giorno dopo giorno, fatica dopo fatica, dubbio dopo dubbio, persecuzione dopo persecuzione.
Accolsero l’incarico di sostenere e guidare le comunità che facevano riferimento a loro, continuando a predicare con costanza e freschezza, con l’entusiasmo che deriva dal sentire vicino il Signore.
Furono servi umili e instancabili, pur nella fermezza delle loro decisioni, nate dall’amore per i fratelli nella fede,
che non consideravano propri, ma “di Cristo”.
Aiutaci, Signore, a prendere esempio da questi due giganti,
Simone detto Pietro, roccia friabile ma sostegno sicuro,
Saulo detto Paolo, piccolo “re” dei missionari nel Regno di Dio .