Rapporto Caritas 2015: povertà in aumento

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Il 17 ottobre 2015 nella giornata di lotta alla povertà ad Expo 2015 la Caritas Italiana ha presentato il Rapporto 2015 sulla povertà e l’esclusione sociale. Dal rapporto esce un quadro allarmante: dall’inizio della crisi ad oggi (2007-2014) la povertà assoluta in Italia è raddoppiata, passando da 1,8 a 4,1 milioni di poveri. In punti percentuali si è passati dal 3,1% al 6,8% della popolazione. 

Per povertà assoluta si intende quanto si scende al di sotto degli standard necessari alla semplice sopravvivenza o a quella di un livello di vita ritenuto minimo accettabile.

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I DATI

Più di 53 milioni di persone nell’Unione Europea non riescono a soddisfare in modo stabile l’esigenza di un pasto adeguato perchè non hanno abbastanza soldi per compare cibo. A fronte di una media del 10,5%, in Italia sono il 14,2% della popolazione, con un incremento record del 130% in 5 anni.

Il Rapporto Caritas ha come titolo “Povertà plurali”. Non solo perché si sono moltiplicate le persone che, purtroppo, le sperimentano nella loro quotidianità, ma anche perché differenti sono i percorsi, le modalità e le cause che contraddistinguono le povertà. Nei vari capitoli sono presi in esame i dati dei centri di ascolto, le principali tendenze di mutamento dei fenomeni di povertà, i percorsi di presa in carico delle persone e delle famiglie indigenti; ma anche i dati sui progetti anticrisi economica delle diocesi, la sintesi di un’indagine nazionale sul problema della casa (condotta insieme a Sicet-Cisl), oltre a orientamenti e raccomandazioni in tema di politica sociale e di coinvolgimento delle comunità locali.

Sono cambiati i volti della povertà: prima della crisi era toccato solo il Meridione, ora anche il Nord. Prima solo gli anziani, ora anche i giovani. Prima riguardava le famiglie con almeno tre figli, adesso anche con due. Prima si era poveri perché senza lavoro, ora si è poveri anche con il lavoro. E a pagare il prezzo più alto, durante la crisi, sono stati i più poveri: il 10% delle persone in povertà assoluta ha sperimentato una contrazione maggiore del proprio reddito (-27%) superiore a quella del 90% della popolazione.

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AL PRIMO POSTO LA CRISI ECONOMICA

Grazie ai dati raccolti da 1.197 centri di ascolto Caritas in 154 diocesi italiane, è possibile ricostruire un quadro dei bisogni espressi. Al primo posto quelli legati alla povertà economica (54,6%), seguiti dai problemi relativi al lavoro (41%) e abitativi (18,2%). Le richieste più frequenti riguardano beni e servizi materiali (58%), l’erogazione di sussidi economici (27,5%), la ricerca di lavoro (17,4%).

Una situazione allarmante confermata dai 6.273.314 di pasti erogati nel corso del 2014 da 353 mense diocesane, e dai 3.816 centri di distribuzione viveri, promossi da 186 Caritas diocesane, che si fanno carico di un vasto bisogno alimentare di persone e famiglie, italiane e straniere.

AUMENTANO GLI ITALIANI E LE FAMIGLIE CON UN SOLO GENITORE

Grazie ai dati raccolti dai centri di ascolto emerge una prevalenza di utenti stranieri (58,1%), mentre la quota di italiani è più forte al Sud (68,3%). Si tratta in prevalenza di donne (52,2%), di coniugati (48,6%), disoccupati (61,7%), con domicilio (78,4%) e con figli (70,4%). Nel periodo 2013-2015 si evidenziano alcuni trend di cambiamento dei fenomeni di povertà: aumenta l’incidenza degli italiani (+4,1%) e dell’utenza maschile (+ 2,8 punti percentuali); prevalenza costante delle classi di età centrali, comprese tra i 35-44 anni e i 45-54 anni; notevole diminuzione delle famiglie tradizionali e dei nuclei con coniuge e figli, mentre aumentano le famiglie monogenitoriali e altri tipi di famiglie senza coniugi/partner conviventi (+10,2 punti); crescono le coppie di fatto (+1,2 punti) e le persone che vivono sole (+1,2); stazionarie le persone senza dimora.

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CASA: IL 69% HA DIFFICOLTA’ A PAGARE AFFITTO O MUTUO

Il rapporto Caritas ha indagato anche vecchi e nuovi fenomeni di disagio abitativo acuiti dalla crisi, su un campione di utenti dei Centri di ascolto Caritas e degli sportelli Sicet delle principali città.

I dati confermano la drammaticità del fenomeno: il 53,6% degli utenti Caritas vive in abitazioni “strutturalmente danneggiate”; il 68,9% ha grandi difficoltà nel pagare l’affitto, la rata di mutuo o le spese condominiali di mantenimento dell’abitazione, il 15% è sotto sfratto/pignoramento giudiziario, e di questi il 40% vive con minorenni.

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I PROGETTI ANTICRISI

Eloquenti anche i dati delle risposte messe in atto a livello ecclesiale: 1.169 progetti anti-crisi economica delle diocesi italiane, di cui 171 fondi diocesani di solidarietà e 140 progetti di microcredito per famiglie e/o piccole imprese, 865 progetti 8×1000 Italia, attivati dal 2012 al primo semestre 2015, dalle Caritas diocesane con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana e l’accompagnamento di Caritas Italiana. Questi ultimi solo nel 2014 sono stati 290 per un importo complessivo di oltre 30,5 milioni di euro.

Positive, secondo il Rapporto, sono tutte le esperienze innovative nate per dare risposte alla crisi: gemellaggi tra famiglie, nuove forme di solidarietà, affiancamenti e adozioni a distanza, e la riscoperta del “valore dell’essenzialità”. Caritas italiana critica però, dal punto di vista delle risposte istituzionali, “il momento di forte confusione che invece caratterizza il sistema pubblico di risposta alla povertà”: “La prospettiva di un intervento pubblico, di taglio universalistico, strutturato e permanente di contrasto alla povertà non appare ancora all’orizzonte dei nostri giorni”.

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