La partecipazione comunitaria
Gli strumenti che vengono proposti per realizzare l’invito alla conversione sono: l’ascolto più frequente della Parola di Dio, la preghiera più intensa, la penitenza non soltanto interna e individuale, ma anche esterna e sociale, il digiuno come esperienza di carità e di condivisione. Camminiamo insieme durante questo tempo di Quaresima, definito dalla Chiesa “tempo forte”. E’ un momento per instaurare con Dio quella comunicazione, quel dialogo che abbiamo trascurato durante l’anno.
E’ con questo invito, con questi sentimenti che proponiamo a tutta la comunità di incamminarci insieme incontro al Mistero Pasquale che vedrà il suo culmine nella Settimana Santa.
Il silenzio, la preghiera, la riflessione personale
La Quaresima è tempo di penitenza, ma soprattutto di riflessione. Gesù va quaranta giorni nel deserto e mette alla prova la sua parte umana. Quei giorni diventano un confrontarsi con se stesso, Gesù fa deserto dentro di se e incontra se stesso. Anche noi in questi quaranta giorni possiamo fare deserto dentro di noi, confrontarci con noi stessi. Il deserto, il fare silenzio nella nostra vita fa emergere la nostra vera essenza, mettendo a nudo le nostre fragilità, i limiti spesso rimossi.
“Il periodo quaresimale è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la Grazia rinnovatrice del Sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo” ( Benedetto XVI).
La penitenza ed il digiuno
In questo tempo di grazia che è la Quaresima il Signore ci invita ad un modo tutto nuovo di digiunare, non tanto dal cibo, ma dalla nostra quotidianità spesso vuota. Di quali gesti sarà fatta la nostra Quaresima?
In questo senso sono illuminanti le parole di Papa Francesco pronunciate durante l’omelia del mercoledì delle ceneri del 2009, quando era Arcivescovo di Buenos Aires:
“Uno dei pilastri del nostro cammino di preparazione quaresimale è il digiuno; ma esso deve partire dall’amore e portarci a un amore più grande. Il digiuno che Dio vuole consiste sempre nel “dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, i senzatetto, vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti” (Isaia, 58, 7). Digiunare a partire dalla solidarietà. Oggi si può digiunare solo lavorando affinché altri non restino senza mangiare. Oggi si può celebrare il digiuno soltanto assumendo il dolore e l’impotenza di milioni di affamati. Chi non digiuna per il povero inganna Dio. Digiunare è amare. Il nostro digiuno volontario deve aiutare a impedire i digiuni obbligati dei poveri. Digiuniamo perché nessuno debba digiunare. Un digiuno che sia segno di solidarietà con tutti quelli che digiunano involontariamente, un segno di giustizia in un mondo crudele dove ad alcuni si dilata lo stomaco perché hanno mangiato in eccesso e ad altri si gonfia l’addome perché non mangiano; un digiuno che non è un’imposizione, ma il bisogno di manifestare la gratitudine per l’amore donato di Gesù che ci ha dato la vita e continua a darcela”
In questo tempo di Quaresima, che ci coinvolge nella storia dell’amore di Dio per noi, siamo chiamati in modo urgente a fare spazio nella nostra comunità alla dimensione della carità.
L’impegno per ogni domenica di Quaresima è quello di offrire prodotti alimentari a lunga conservazione e prodotti per l’igiene personale da destinare alle famiglie della nostra comunità che stanno vivendo nella difficoltà e nella prova.