La proposta di quest’anno, promossa dalla Caritas Cremonese e dall’Ufficio missionario diocesano, è rivolta ai cristiani in fuga dalla Siria, attraverso la Chiesa latina di Antiochia (in Turchia), fortemente impegnata sul fronte accoglienza. Una comunità, quella turca, già legata in qualche modo alla Chiesa cremonese che, il 16 marzo 2010, in occasione del pellegrinaggio diocesano in Siria e Turchia guidato dal vescovo Lafranconi, aveva condiviso un momento di conoscenza e l’Eucaristia con i cattolici di questa terra, avendo modo di farsi un quadro preciso della situazione nelle parole del parroco, un italiano: il francescano padre Domenico Bertogli.
Quello dei profughi sul confine turco-siriano è un fenomeno davvero importante, basti pensare che nella regione dello Hatay, su una popolazione di circa 1.500.000 abitanti, vi sono 350mila profughi. Quasi tutti sono provenienti dalla Siria: metà di loro vive in tre campi profughi, gli altri nelle città di Antiochia e Iskenderun e in tanti villaggi che hanno raddoppiato la loro popolazione.
L’impegno della Chiesa latina di Antiochia
La Chiesa latina di Antiochia è impegnato soprattutto nell’accoglienza dei cristiani, che non trovano posto nei campi profughi, dove la stragrande presenza è di musulmani, i quali possono contare anche su un sussidio economico e assistenza sanitaria gratuita.
«I cristiani – conferma padre Domenico Bertogli, parroco della Chiesa latina di Antiochia – non vanno nei campi, perché vi sono solo musulmani. I cristiani che si fermano ad Antiochia spesso hanno l’appoggio di parenti. In genere si tratta di presenze solo di passaggio, visto che la speranza per tutti è di continuare il viaggio verso l’Europa».
L’attenzione della comunità latina si estende anche ad Altinozu, un villaggio vicino, dove è presente una grossa comunità di ortodossi: proprio attraverso il prete ortodosso è garantito il sostegno a cinque famiglie cattoliche, specialmente per quanto riguarda gli affitti e piccole spese, mentre per il vitto provvede la Turchia e i cristiani del villaggio.
«Ora è iniziato il freddo – conclude padre Bertogli – e avremo certamente richieste per il riscaldamento». Nuove spese che proprio la generosità dei cremonesi potrà aiutare ad affrontare.
La destinazione dell’Avvento di Fraternità 2015 è stato scelto in continuità con un progetto di sostegno ai cristiani profughi dalla Siria già avviato proprio attraverso la Chiesa latina di Antiochia, con la quale proprio a motivo del pellegrinaggio diocesano del 2010 si era instaurato un particolare legame di comunione.
La chiesa di Antiochia fa parte del Vicariato apostolico dell’Anatolia, che si estende su tutta la Turchia orientale, da Trebisonda ad Iskenderum, fino al monte Ararat, con una popolazione complessiva di circa 5milioni di abitanti, di cui solo circa 4mila sono i cattolici (dato del 2004).
Si tratta di una terra di martiri, anche del nostro tempo. Si ricordano in particolare don Andrea Santoro e il vescovo Luigi Padovese, assassinato nel 2010 e al quale è succeduto, lo scorso 14 agosto, il gesuita Paolo Bizzeti.
La speranza e la vicinanza sono un dono prezioso, il più prezioso per chi ha perso certezze, punti di riferimento.
La speranza e la vicinanza hanno il volto di chi sta soccorrendo queste popolazioni, garantendo le necessità essenziali ed irrinunciabili per la vita e la dignità della persona.
La speranza è l’unico regalo che non esiste nel catalogo del Natale del consumismo, è il regalo che soddisfa chi lo fa e chi lo riceve.