Il Papa, lo scenario di «guerra» di questi giorni, i giovani. La prima giornata della visita in Polonia di Papa Francesco ha messo subito in fila, gli uni accanto agli altri, i temi e i protagonisti della tragica attualità e dell’evento che, fino a domenica si svolgerà tra le vie di Cracovia.
Hanno giustamente colpito le prime parole del Pontefice all’inizio del viaggio.
Il mondo è in guerra – ha detto commentando il barbaro omicidio di padre Hamel in Francia – ma quella che stiamo vivendo “non è una guerra di religione. “Quando io parlo di ‘guerra’, parlo di guerra sul serio, non di ‘guerra di religione’, no!”.
Lo aveva già detto e ora Francesco lo ripete, questa volta a bordo del volo da Roma a Cracovia: quella che è in atto non è una guerra di religione: “C’è guerra di interessi, c’è guerra per i soldi, c’è guerra per le risorse della natura, c’è guerra per il dominio dei popoli: questa è la guerra. Qualcuno può pensare: ‘Sta parlando di guerra di religione’: no. Tutte le religioni, vogliamo la pace. La guerra, la vogliono gli altri. Capito?”.
Il Papa riferendosi al barbaro omicidio di padre Hamel, ieri a Rouen, è quindi ritornato con la sua drammatica semplicità al concetto di “terza guerra mondiale a pezzi”:
“Una parola che si ripete tanto è ‘insicurezza’. Ma la vera parola è ‘guerra’. Da tempo diciamo: ‘Il mondo è in guerra a pezzi’. Questa è guerra. C’era quella del ’14, con i suoi metodi, poi quella del ’39 – ’45, un’altra grande guerra nel mondo, e adesso c’è questa. Non è tanto organica, forse, organizzata, sì, non organica, dico, ma è guerra. Questo santo sacerdote che è morto proprio nel momento in cui offriva le preghiera per tutta al Chiesa, è ‘uno’, ma quanti cristiani, quanti innocenti, quanti bambini … Pensiamo alla Nigeria, per esempio: ‘Ma, quella è l’Africa!’. Quella è guerra! Non abbiamo paura di dire questa verità: il mondo è in guerra, perché ha perso la pace”.
Ma ancora di più deve indurre alla riflessione la pennellata sui giovani e sulla speranza che papa Bergoglio ha disegnato sulla tela della Gmg. Giovani e speranza. Il Papa si aspetta molto in questo senso e a chi è abituato a pensare che sia il Papa a dover dire qualcosa alle nuove generazioni, le sue parole appaiono già spiazzanti. Lo stesso Francesco, in sostanza, vuole sentire dai giovani una parola di speranza.
Speranza per non rassegnarsi alle paure e alle chiusure alimentate dal terrorismo e che a loro volta lo alimentano. Perciò, il discorso del Pontefice di fronte alle massime autorità polacche e al corpo diplomatico, è un potente invito ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla povertà, non a caso pronunciato in quella parte d’Europa politicamente più refrattaria a questi atteggiamenti. Speranza, inoltre, per costruire un mondo diverso da quello che i terroristi vorrebbero spietatatamente e violentemente imporre a tutti. Un mondo, insomma, governato dalla misericordia e non dall’odio.
Questa prima giornata, dunque, ha già fatto intuire quali saranno i temi portanti delle altre tappe di questa visita. Non senza tenere un occhio attento a quello che succede nel mondo. Ma con la mente rivolta soprattutto al messaggio di pace, di amore e di fraterna convivenza che la Gmg del resto porta inscritto nel suo stesso dna.