Questa è l’ennesima storia di bullismo. Ma non una storia come tutte le altre, di ragazzini vessati a scuola, angosciati, bisognosi di assistenza psicologica, e chissà se si riuscirà riparare il danno. Questa è una storia di buio che genera luce: di una undicenne che guarda in faccia la sua aguzzina, e che nel giorno di San Valentino sceglie il quotidiano locale per inviare alla coetanea una lettera aperta. Accade a Soncino e lei è Flavia, studentessa in seconda media in un istituto privato della cittadina, pochi giorni fa vincitrice di una gara con la sua squadra di atletica. Ma il problema è quella sua compagna di classe, che dai primi giorni di quest’anno scolastico inizia a prenderla di mira: all’inizio sono solo parole, poi ‘bigliettini’ lasciati sul banco. Terribili. E lei? Beninteso: avvisa le insegnanti, che riferiscono al dirigente scolastico, il quale a sua volta attiva il protocollo ‘anti bullismo’ della scuola. E non reagisce. Ma a Flavia tutto ciò non basta. Vuole lasciare il segno, vuole far sì che la sua vicenda sia monito perché tante altre coetanee non vengano a trovarsi nella sua situazione. E allora scrive a ‘La Provincia di Cremona’, nella sezione che il quotidiano – avvicinandosi il 14 febbraio – dedica alle lettere di San Valentino. Lei, però, non scrive a nessun fidanzatino. Chiede quello spazio per rivolgersi alla sua molestatrice, e lo fa con una spavalderia straordinariamente matura, eppure al tempo stesso chiaramente sgorgata dalla penna di undicenne.
Nodo blu
Cara bulla, sì, sono proprio io! Come vedi, le tue azioni negative non mi impediscono di scriverti questa lettera, e guarda un po’ sono ancora qui, viva e vegeta, sorpresa!! È dall’inizio dell’anno scolastico che mi ricopri di insulti pesanti, occhiatacce a tutte le ore del mattino, parole volgari sussurrate all’orecchio, nella tua vana speranza di una mia reazione incontrollata… Sono passati tanti mesi e non l’hai ancora capito? Io non reagisco! Non reagisco alla violenza con altra violenza, verbale o fisica che sia… All’inizio lo devo ammettere, sì ero spaventata e mi abbandonavo al pianto, trattenuto (se riuscivo) fino al ritorno a casa. Piangevo sì, ma non per paura delle tue minacce, ma perché non capivo, non capivo il PERCHÉ di questo tuo sentimento (chiamiamolo così!) nei miei confronti.
Ora che si avvicina il giorno di San Valentino, cosa partorisce la tua mente? Farmi trovare sul banco tanti, tanti teneri «bigliettini d’amore» anonimi… Bigliettini in cui non vedi l’ora di vedermi morta, bigliettini in cui esprimi il tuo sentimento di gioia nel giorno del mio funerale, che secondo i tuoi calcoli, sarà tra poche settimane, vero? Pensa un po’, sono convinta invece che questa decisione spetti solo a Dio, e non a una ragazzina delle medie… mi sbaglio forse? Veramente desidereresti la mia MORTE?
Veramente desidereresti vedere morire un altro essere umano? Ti dirò, sarò forse all’antica, ma per San Valentino avrei preferito ritrovarmi sul banco qualche cioccolatino a forma di cuore, o anche una rosa rossa… troppo banale e romantica vero? (Dai che sei ancora in tempo!) Cara bulla, se è vero che da un lato hai cancellato in me ogni illusione del mio mondo dorato di bambina , scaraventandomi nel «magico e grigio» mondo degli adulti… dall’altro lato ti ringrazio perché ogni tua azione mi dà una carica e una grinta tali, che impiego nello sport con ottimi risultati! Lo sai che ho vinto la mia prima medaglia? Che emozione!! Cara bulla, volevo solo farti sapere che MAI MAI MAI riuscirai a spegnere la mia luce e la mia voglia di vivere. MAI! E se mai lo vorrai, io sono qui …. e… mi raccomando i cioccolatini! Con affetto e compassione.
Flavia Marchini
Soncino – 17 Febbraio 2020