C’è un anno terribile alle nostre spalle, cominciato alla vigilia della Quaresima 2020; ci sono orizzonti preoccupanti davanti a noi, perché se l’emergenza sanitaria si affida ai vaccini, quella sociale ed economica è ancora molto grave. Nelle famiglie, tra gli anziani e i ragazzi, si pagano prezzi alti di disagio psicologico, di depressione, di scoraggiamento. La comunità cristiana, provata anch’essa nelle dinamiche della sua vita quotidiana, ha una riserva di grazia, dono del Crocifisso Risorto, che sempre ci rialza e rimette in cammino. Perciò accogliamo la Quaresima 2021 come un dono: il Signore Gesù è con noi, nel deserto e nel dolore, per dirci la fedeltà di Dio Amore, che non guarda da lontano le nostre vicende. Le vicende di tutti i suoi figli, ovunque essi vivano e comunque cerchino il volto di Dio. Siamo Fratelli tutti, ci ricorda Papa Francesco, e la sua enciclica è giunta puntuale come benefica scossa di verità: nessuno si salva da solo, neppure il più ricco e potente. Tutti siamo chiamati ad avere “un cuore aperto al mondo intero”, mai come ora piccolo villaggio in cui tutto è connesso e interdipendente, nel bene e nel male. Ecco la svolta epocale di cui parliamo da tempo: o scegliamo la via della comunione, o ci condanniamo alla distruzione! Dipende dai progetti economici, dalle scelte politiche… ma dipende prima ancora dai nostri cuori, da quanto saranno aperti o chiusi a quelli degli altri, alla Parola di Dio. La Quaresima, vissuta innanzitutto come itinerario settimanale di ascolto condiviso e orante del Vangelo, potrà operare questa apertura dei nostri cuori, purificandoli da ciò che li confonde ed opprime, per schiuderli alla verità che libera e all’incontro che salva: quello con Cristo nei nostri fratelli. Preghiera, digiuno ed elemosina tornano a proporsi come la concreta pedagogia di cambiamento personale, di cui abbiamo bisogno per essere più maturi, coerenti, incisivi. Più attenti agli altri, a tutti, al mondo, sull’esempio di Gesù e dei Santi, piccoli fratelli universali. Ogni anno la diocesi propone una destinazione specifica per la raccolta delle offerte della “Quaresima di carità” e tante opere splendide sono state create e sostenute nel tempo, grazie alla generosità del popolo di Dio. Quest’anno dobbiamo porre un segno semplice e coerente di comunione ecclesiale, che ci apra cuore e mente alla fraternità. Perciò quanto verrà raccolto sarà destinato sia alla Borsa di Sant’Omobono (per le nuove povertà emergenti nel nostro territorio) sia alla missione diocesana di Salvador Bahia (Brasile). Come il Papa ci sollecita ad aver cura della salute di tutti, impegnandoci a non far mancare i vaccini ai più poveri del mondo, così vogliamo mantenerci concretamente attenti sia all’emergenza economica e lavorativa della nostra gente, sia ai drammi che si consumano in quella comunità che abbiamo scelto come sorella, come compagna di viaggio. Preghiamo la Madre di Dio, amata in ogni latitudine, perché intenerisca i nostri cuori e ci renda aperti e solleciti verso le necessità dei fratelli, in obbedienza al comandamento nuovo di Gesù. Così sarà vero e fruttuoso il nostro cammino verso la Pasqua di Risurrezione, dono certo di Dio ma anche compito missionario della Sua Chiesa.
+ Antonio, vescovo