La Via Crucis della Settimana Santa

Cardinal Camillo Ruini presides the Holy Friday's Via Crucis at Rome's Colosseum, replacing Pope John Paul II who briefly apperead on a video screen. The 84 years old Pontiff followed The Station of the Cross ceremony in his private chapel on TV.

Dal sito Vino Nuovo spunti per una Via Crucis che ci aiuta a calare la Passione nei drammi dell’attualità

di Michela e Ferruccio Berghi, Maria Teresa e Francesco Pederiva

La Via Crucis della Settimana Santa

24 marzo 2016

Gli attentati di Bruxelles, il dramma dei migranti bloccati alle frontiere, le vittime della valanga in Valle Aurina e dell’incidente in Spagna, ma anche la bella storia di Lizzy e della sua famiglia tra le notizie della settimana in dialogo con la Passione di Gesù.
Il Triduo Pasquale vissuto con la sensibilità delle famiglie che intercettano le notizie degli ultimi giorni con lo sguardo rivolto alla Luce della Risurrezione che squarcia le tenebre della morte.

Le stazioni sono illustrate con l’opera di Marco Morelli, prete trentino, docente di filosofia e storia nei licei, scultore e poeta (foto Gianni Zotta).

I STAZIONE

GESU’ LAVA I PIEDI AI DISCEPOLI

I stazione

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri (Giovanni 13, 3-5;12-13)

Un asciugamano sui fianchi, segno del servizio, “un gesto inatteso e sconvolgente” ci ha ricordato papa Francesco all’udienza di sabato 12 marzo: “L’amore è il servizio concreto che rendiamo gli uni agli altri”. Gesù ci ha dato l’esempio perché nessuno si tiri indietro.

All’interno di una famiglia il servizio è quello di mamma e papà che accompagnano la crescita dei figli o il lento declino dei genitori anziani, o quello dei figli più grandi che contribuiscono secondo le loro capacità.

Nella Chiesa, famiglia di famiglie, è il servizio di tanti, preti, religiosi e laici che si adoperano per rendere viva la loro comunità parrocchiale, ma è anche quello del pastore che guida una diocesi con paterno discernimento cui va la riconoscenza di tutti, come al vescovo Luigi che oggi, ricordo dell’istituzione del sacerdozio, viene ringraziato dall’intera comunità trentina, mentre sta per lasciare il testimone.

Aiutaci, Signore, a far spazio nella nostra vita alle necessità di quanti ci stanno accanto, a metterci nelle loro scarpe per condividere gioie e alleviare sofferenze, ad abbandonare il nostro egoismo, per cingerci anche noi i fianchi e lavare, più spesso nel silenzio, con umiltà

Padre Nostro …

II STAZIONE

GESU’ NELL’ORTO DEGLI ULIVI

II stazione

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego».  Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate».  Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu».  Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?»  (Marco 14, 32-37)

La fretta delle nostre giornate ci impedisce di fermarci a riflettere, di rivolgere un pensiero a Dio.

E’ un tema caro anche a papa Francesco che ha più volte sottolineato come questo tempo quaresimale sia adatto a trovare il coraggio di fermarci e pensare alla nostra vita. Il primo interrogativo da porsi ha spiegato a Santa Marta (19 febbraio 2015) è questo: «Chi è Dio per me? Io scelgo il Signore? Com’è il rapporto con Gesù?». E il secondo: «Com’è il rapporto con i tuoi; con i tuoi genitori; con i tuoi fratelli; con la tua sposa; con tuo marito; con i tuoi figli?». Bastano «queste due domande, e sicuramente troveremo cose che dobbiamo correggere».

Tante volte Papa Francesco ci ha stupito con la semplicità usata per spiegare concetti complessi, con molti esempi concreti per la vita di noi famiglie. Citando le parole del Salmo «Beato l’uomo che confida nel Signore» ci ricorda che Dio non ci abbandona mai anche quando il calice da bere è proprio amaro.

Santo amore divino donaci la consapevolezza della Tua presenza nella nostra vita, rendici capaci di testimoniare nella nostra famiglia e nella società  il Tuo amore  infinito

 Padre Nostro …

III STAZIONE

GESU’ E’ CONDANNATO DA PILATO

III stazione

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

La folla gridò più forte: « Crocifiggilo! ». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegno perché fosse crocifisso (Marco 15, 14-15)

E’ facile in questi giorni puntare il dito contro le tante famiglie islamiche che popolano il quartiere di Molenbeek-Saint Jean, la 19° municipalità di Bruxelles. E’vero che Salah Abdeslam, il terrorista super-ricercato è stato arrestato lì dove aveva trovato protezione, ma non sono jihadisti tutte le persone che popolano la zona. Non possiamo incolpare loro per il terribile attacco avvenuto nella capitale d’Europa il 22 marzo che ha causato tante vittime.

Nel quartiere abitano famiglie di emigranti provenienti inizialmente perlopiù dal Marocco e giunti in Belgio negli anni ’70: gli uomini per lavorare all’ampliamento della metropolitana, le donne nei panifici e pasticcerie (nel Paese hanno sostituito la comunità italiana che lavorava nelle miniere di carbone). Le giovani generazioni sono nate lì, sono integrate come le loro famiglie, eppure la loro vita non è facile: la disoccupazione per loro è doppia rispetto a quella dei belgi e alto è il rischio di criminalità.

Aiutaci, Signore, a discernere le situazioni, ad evitare le facili generalizzazioni che inchiodano le persone a etichette impietose. Aiutaci a vederti nei fratelli in difficoltà

 Padre Nostro …

IV STAZIONE

GESU’ E’CARICATO DELLA CROCE

IV stazione

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo (Marco 15,20)

A causa di una lunga serie di errori, che dura da decenni, e della troppa indifferenza della comunità internazionale (noi compresi), le popolazioni di Siria, Nordafrica e di quella sub-sahariana sono costrette ad abbandonare nella disperazione le loro terre in cerca di un posto sicuro dove vivere, più spesso solo sopravvivere. Difficoltà inimmaginabili sono quelle affrontate dalle famiglie che non si rassegnano alla mancanza di un futuro dei loro figli crocifissi fin dalla nascita, come Bayane, nato in una tenda del campo di Idomene senza alcuna assistenza medica e lavato alla buona con una semplice pompa dell’acqua.

Aiutaci, Signore, a non caricare sui fratelli fardelli troppo pensati da portare, ma soprattutto a vincere l’indifferenza che ci impedisce di vederli. Fa’ che possiamo adoperarci, ciascuno secondo le sue possibilità, per rimuovere le troppe croci che affaticano il cammino di troppi

Padre Nostro …

V STAZIONE

GESU’ E’AIUTATO DAL CIRENEO

V stazione

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo (Marco 15,21)

Quotidianamente ascoltiamo notizie di profughi che affrontano viaggi disperati per fuggire dai loro paesi in guerra, di intere famiglie che trovano la morte in mare, di migliaia di persone ammassate in condizioni indegne nei campi alle frontiere della ricca Europa. Sono fratelli che portano la loro croce ed il nostro essere cristiani ci impone di aiutarli come Simone di Cirene.

Riusciamo ad evitare che le nostre coscienze si addormentino? A comprendere la gravità delle notizie che ci raggiungono dai media? A manifestare nei rapporti quotidiani con gli amici, i colleghi, i vicini la giusta indignazione cristiana per il dilagare dell’egoismo e dell’indifferenza?

Quest’anno Papa Francesco durante la Messa del Giovedì Santo lava i piedi a dei profughi ospitati al Centro Cara: una testimonianza che ci interpella su un tema che spesso, tempestati dalle notizie, tendiamo a considerare ormai come “normalità”.”Tanti non si assumono responsabilità sul destino dei rifugiati”, ha detto con amarezza la Domenica delle Palme. E noi?

Aiutaci Signore a renderci disponibili per aiutare il prossimo.
Aiutaci a non credere che i grandi problemi dell’umanità debbano essere risolti dagli altri.
Aiutaci a capire quanto sia grave la nostra indifferenza e quanto sia importante il nostro piccolo quotidiano contributo

 Padre Nostro …

VI STAZIONE

GESU’ IN CROCE, AI SUOI PIEDI MARIA E GIOVANNI

VI stazione

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé (Giovanni 19,25-27)

 Presso la Croce sta  la Madre, accompagna il Figlio nell’estremo sacrificio e condivide il suo dolore.

Maria patisce il più grande dolore per una madre: quello di vedere il proprio figlio morire.

La cronaca riporta molti casi di madri e padri che affrontano questo dolore: tra gli ultimi quello di Matthias,16 anni, rimasto sotto una valanga in valle Aurina o di Elisa, Serena, Valentina, Elisa, Francesca, Elena, Lucrezia, le 7 studentesse morte nell’incidente in Spagna.

Lascia sconvolti il solo pensiero  di quanto possa essere devastante  un simile evento per dei genitori, un evento in grado di distruggere la stabilità di un’intera famiglia. Solo la Fede può contribuire a superare queste disgrazie, solo la speranza nel Risorto può aiutarci ad accettare le Croci e forse attivarci perché altri genitori non siano costretti a seppellire i loro figli, a causa della nostra indifferenza.

Tu Spirito Santo rendici capaci di accettare le croci della vita

fa’ che lo sguardo sulle nostre piaghe non ci induca a pensare solo alla morte,

donaci il coraggio di riconoscere l’amore totale che è nella Pasqua

Padre Nostro …

VII STAZIONE

GESU’ RISORTO

VI stazione

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

L’angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto”. 

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi!”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno” (Matteo 28,5-10)

In questa Settimana Santa si avvera il sogno della piccola Lizzy, 5 anni – affetta da una grave sindrome di Usher e destinata a perdere definitivamente la vista – che aveva espresso il desiderio di venire a Roma dalla sua casa in Ohio per conoscere papa Francesco. La sua famiglia, mamma Christine, papà Steve e la sorellina Kayla, ha ricevuto aiuti da ogni parte e, con un volo messo a disposizione da Turkish Airlines e l’accompagnamento dei volontari dell’Unitalsi, Lizzy può ricevere la carezza del papa e, negli anni futuri, alla Luce della Risurrezione, la forza per affrontare la sua malattia.

Aiutaci, Signore, a diventare strumenti del Risorto, testimoni della Tua vittoria sulla morte che, ormai lo sappiamo, non avrà mai l’ultima parola.

Aiutaci a non restare paralizzati al pensiero dello scandalo della Croce e di tutte le sofferenze del mondo, ma, come le donne della Pasqua o i discepoli di Emmaus, correre senza indugio ad annunciare l’amore che abbiamo ricevuto e darci da fare per rimuovere, per quanto sta nelle nostre possibilità, le croci dalle spalle dei fratelli

“Evangelizzare come famiglie, vivendo l’unità e la semplicità, è già un annuncio di vita, una bella testimonianza” ci ricorda papa Francesco: aiutaci, o Padre, a compiere la nostra missione quotidiana

Padre Nostro …

 Pasqua

Che tu sia vivente

che di noi oggi Tu sappia e curi

questo è il problema

dell’essere e del non essere.

Atroci il dubbio e la domanda

se anche Tu del tutto estinto.

Se hai spezzato la pietra

le hai tolto l’ultima parola

e con lampo d’oro fuso

dalla crepa si è accesa

la torcia al viandante.

 Marco Morelli

(in Parole a dei tu, ed. Stella Rovereto, Trento 2000)

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