di Chiara Bertoglio 25 marzo 2016
Nella Passione secondo Matteo di Bach è un violino a dire che laddove la supplica dell’essere umano sembra senza speranza, la Grazia divina la completa, la incornicia e le dà compimento.
Johann Sebastian Bach: “Erbarme Dich” dalla Passione secondo Matteo
L’aria che proponiamo a coronamento del nostro itinerario di Quaresima nell’anno della Misericordia è una delle più incantevoli creazioni di Bach ed uno dei momenti più indimenticabili della Passione secondo Matteo. Il suo testo verbale è scarno, essenziale: è un’invocazione di pietà rivolta alla misericordia di Dio, cui il credente si appella non per i propri meriti, ma solo per la forza delle proprie lacrime. La compassione che la contemplazione della Passione suscita nel fedele è l’appiglio cui egli si aggrappa per suscitare, a sua volta, la compassione del suo Dio. L’aria esprime i sentimenti di Pietro dopo che ha rinnegato il Signore, e segue immediatamente la proclamazione, in recitativo, del testo evangelico in cui si narra del suo pianto amaro. I protagonisti musicali dell’aria sono due, il contralto e il violino solista, accompagnati dagli archi dell’Orchestra I. Il timbro di questi ultimi era stato sempre associato, nella Passione secondo Matteo, alla voce di Cristo, della quale aveva sempre costituito una sorta di aureola musicale. Il violino intesse attorno alla voce delle ghirlande di note e di “sospiri”, secondo il classico topos della musica barocca; entrambi i solisti ripetutamente presentano un frammento melodico che in Bach rappresenta la preghiera ed il desiderio. L’agilità e l’estensione del violino, che abbracciano e trascendono quelle della voce umana, sembrano suggerire che laddove la supplica dell’essere umano sembra senza speranza, la Grazia divina la completa, la incornicia e le dà compimento.