«Sdoganare o legalizzare una sostanza induce il mercato del narcotraffico ad immetterne altre sempre più devastanti. Basti pensare al Canada, dove è in atto un’emergenza sanitaria senza precedenti con 174 morti di overdose a Vancouver dall’inizio dell’anno causati dal Fentanyl introdotto nel mercato dai cartelli messicani, sostanza da 50 a 200 volte più potente dell’eroina». Così la comunità di San Patrignano, attiva da anni nel recupero e nel reinserimento sociale dei tossicodipendenti, è intervenuta nel dibattito sulle politiche di contrasto alla droga, esprimendo la propria contrarietà a soluzioni come la distribuzione di eroina controllata sull’esempio della Svizzera o, appunto, del Canada.
«Nei Paesi dove le politiche di riduzione del danno – ha sottolineato Sanpa – sono state adottate da tempo, come in Canada, Inghilterra o Belgio si è registrato un aumento dei costi sociali ed economici a carico del Servizio sanitario nazionale che non vede fine». Per quanto riguarda i numeri, la Comunità fondata da Vicenzo Muccioli ha ricordato che «se in Svizzera la distribuzione controllata di eroina ai tossicodipendenti gravi oggi coinvolge 1381 persone in 21 centri sparsi nel Paese, a San Patrignano sono 1370 invece le persone che ogni giorno si impegnano per recuperare la propria dignità e libertà senza far uso di nessuna sostanza o terapia sostitutiva». Complessivamente «sono oltre 26mila i ragazzi passati da San Patrignano, la maggior parte di loro ha potuto ricostruirsi una vita piena e felice, senza essere considerati dei malati e lontano dalla stigmatizzazione sociale che tende ad affibbiare etichette in una societa’ sempre più priva di riferimenti istituzionali e reti sociali. Dove gli aspetti umani perdono di valore – ha concluso la comunità di San Patrignano – occorre tornare ad occuparsi della realtà, rimettendo l’uomo al centro e delineando per i più giovani un progetto educativo serio, mettendo a disposizione risorse per la prevenzione e per la tutela della famiglia».