Brevi appunti sull’incontro “LA DIPENDENZA DAL GIOCO D’AZZARDO”
Relatrice dott.ssa Cristina Perilli (Mozzanica 20 marzo 2014)
In prima analisi è stato tracciato il profilo del giocatore patologico, che si differenzia dal giocatore sano in quanto ha un bisogno ossessivo e dipendente appunto ogni settimana, oppure più volte alla settimana, ogni giorno o più volte durante il giorno. Il giocatore definito sano è quello che gioca piccolissime cifre e sporadicamente, quindi senza continuità.
Il giocatore patologico ha spesso una personalità e un interiorità fragile, debole, legata a volte a qualche altro disturbo ossessivo o compulsione o dipendenza (fumo, droga, alcool, ecc.). Disturbi che traggono origine da disagi familiari o carenze affettive del passato non risolti.
Alla base comunque c’è sempre un elemento comune a tutti gli uomini e ancestrale: l’avidità.
Il tutto viene aggravato da una situazione di povertà che genera una spirale dalla quale è difficile uscirne: esigenza di denaro in situazione di vita precaria = ricorso al gioco d’azzardo = maggior esigenza di denaro e di precarietà.
Purtroppo il livello culturale fa ancora la sua parte. Si riscontra infatti una maggior dipendenza nelle fasce sociali meno colte e meno scolarizzate.
Per quanto riguarda il sesso quello maschile è in vantaggio anche se le statistiche rivelano un innalzamento anche della percentuale femminile.
Fino al 1990 in Italia esistevano in linea di massima 3-4 giochi d’azzardo: totocalcio, lotto, totip, lotteria Italia. Dai primi anni 90 si è assistito ad un escalation impressionante, complici lo Stato e gli studi sulla psicologia del giocatore per trarne grandi profitti. Si sono aggiunti così altri 10-15 giochi autorizzati dallo Stato: enalotto, superenalotto, gratta e vinci, scommesse, slot machines, tris, totogol, corsa ai cavalli, ambetto, sale bingo, ecc. Per tutti i gusti e per tutte le debolezze, incrementati da tutti i governi che si sono succeduti, di sinistra di destra, di centro, ecc. considerati i grandi profitti che lo Stato ne trae.
Con il lotto si è passati da un’estrazione settimanale, poi a due, ora a tre. Idem per il superenalotto. Lo Stato così, con il suo famelico bisogno di soldi, incassa 90 miliardi di euro all’anno, ma punta ai 140 mdi. Più di una manovra fiscale. Così facendo i più deboli si autotassano e non si accorgono di riempire le casse dello Stato e di svuotare le loro. Una richiesta dei governi ai cittadini di queste cifre creerebbe scioperi, manifestazioni e quant’altro. In questo modo così subdolo si fa il gioco dello Stato senza contestazioni.
Le entrate sono aumentate in maniera esponenziale dopo il decreto Bersani che per incamerare soldi per la ricostruzione dopo il terremoto d’Abruzzo ha stabilito che una percentuale delle giocate andasse a tal fine liberalizzando e legalizzando tutti i giochi sul mercato. Si è dato così il lascia passare alla moltitudine di giochi e giocatori in rete immettendoli sulla rete internet. Una vera e propria pesca fruttuosa perché giocando on-line da casa si sono coinvolte le fasce di persone che non possono o non vogliono accedervi attraverso le ricevitorie: minorenni, anziani, ecc.
Giocare da casa sembra faccia meno male e non usando contante ma la carta di credito sembra di spendere meno. Tutto è studiato a tavolino, studiando la psicologia del giocatore. Nelle sale giochi non ci sono finestre ne orologi per inibire volutamente la cognizione temporale e distrarre il giocatore da ciò che è la vera vita fuori dalla sala gioco e distanti dalle slot machines. Tutti i giochi sono programmati per fare utili non per devolvere. Simboli e numeri sono messi in modo da avvicinarsi alla vincita dopo un po’ che si perde per non far demotivare il giocatore. Esempio slot machine: servono 4 arance per vincere, dopo una serie di 1 – 2 arance, ad un certo punto ne escono 3 e 1 pera. Il giocatore è stimolato a non lasciare la macchina perché pensa che dopo un po’ ne usciranno 4. E continua a metterci soldi.
Altro esempio, il lotto: aumentando il numero di estrazioni settimanali si ha l’impressione di avere più chance ma i numeri sono sempre 90 e le probabilità rimangono le stesse. Così per l’ambetto, ora si pagano anche i numeri vicini all’ambo ma le probabilità rimangono le stesse. I giochi d’azzardo sono semplicissimi perché possano raggiungere tutte le fasce sociali e i livelli d’istruzione. Matematica e business studiati da veri scienziati del gioco pagati profumatamente. Sono loro i veri vincitori insieme allo Stato e alle ricevitorie. Quest’ultime incassano appunto l’8-10% delle giocate. Attenzione non delle vincite ma delle giocate. Fate il conto a fine anno dei fatturati.
Gli economi hanno calcolato che le cifre spese in giochi d’azzardo se immesse sul mercato dai cittadini giocatori patologici e non, attraverso l’acquisto di beni di consumo, vestiario, alimenti, ecc. sarebbero uno spunto per far ripartire l’economia e creare nuovi posti di lavoro. Invece creano nuovi poveri, con ulteriori disagi di degrado familiare. Per deresponsabilizzarsi e ripararsi da questa meschina macchina distruttiva le società di gioco nelle pubblicità indicano: gioca con moderazione, oppure il gioco crea dipendenza. Una vera presa per i fondelli.
Basti pensare che le industrie produttrici di sigarette mettendo sui pacchetti : il fumo uccide o il fumo provoca il cancro hanno contribuito solo ad abbassare il numero dei fumatori dello 0,1% ma si sono messe al sicuro dalle accuse di indurre al cancro e al lento suicidio.
Così, paradosso all’ italiana, sul territorio nazionale siamo arrivati ad avere 1 posto letto ogni 150 abitanti e 2,8 slot machines ogni 150 abitanti.
Altro subdolo mezzo di coinvolgimento nel gioco sono le pubblicità. Sono veri capolavori di inganno. In primis vengono usati attori rassicuranti: Bonolis, Bisio, Giacomazzi. Fanno vedere che accompagnano la vecchietta a braccetto in ricevitoria. Toni leggeri, sorrisi sfolgoranti. Tutte le fasce sociali sono stimolate: la mamma che sogna con la vincita di pagare gli studi per il figlio, la famigliola può fare il viaggio, l’operaio cambia automobile, l’anziano con la rendita vitalizia (enalotto) cambia vita, il prete che restaura la chiesa, ecc. ecc.
Purtroppo poi, per i giocatori più malati e dipendenti ci sono risvolti gravissimi che portano al vero sbando personale e familiare. Indebitato fortemente, il giocatore ad un certo punto escogita di ricorrere ad un finanziamento. A volte riesce (dietro ipoteca) ad ottenerlo dalla banca o da qualche finanziaria, spesso deve rivolgersi all’usuraio. Il debito così si moltiplica perchè egli pensa di pagarlo con le vincite, che non arrivano. Ad un certo punto è impossibile restituire il prestito. A volte il dramma si chiude con altri drammi a catena: alcolismo, depressioni, rotture familiari, suicidio. Spesso si chiude con il soddisfare le richieste degli usurai che con la minaccia di fare del male ai familiari, appetibili se ci sono figlie giovani o belle mogli, invitano a fare lavori sporchi per loro o per altri indirizzi nel giro delle loro conoscenze malavitose dai quali traggono profitto: servizi per il traffico di droga, prostituzione, ecc. Solo così viene estinto il debito, alternativa la morte.
Tutto questo avallato dal nostro Stato che ha portato gli italiani al 3° posto nella classifica mondiale per il gioco d’azzardo legalizzato.
Per tutti noi c’è molto da riflettere.