Santa Teresa d’Avila
(Avila, Spagna, 1515 – Alba de Tormes, Spagna, 15 ottobre 1582)
Il 15 ottobre si celebra la memoria di S. Teresa d’Avila.
Nata nel 1515, fu donna di eccezionali talenti di mente e di cuore. Fuggendo da casa, entrò a vent’anni nel Carmelo di Avila, in Spagna. Faticò prima di arrivare a quella che lei chiama la sua «conversione», a 39 anni. Ma l’incontro con alcuni direttori spirituali la lanciò a grandi passi verso la perfezione. Nel Carmelo concepì e attuò la riforma che prese il suo nome. Unì alla più alta contemplazione un’intensa attività come riformatrice dell’Ordine carmelitano. Dopo il monastero di San Giuseppe in Avila, con l’autorizzazione del generale dell’Ordine si dedicò ad altre fondazioni e poté estendere la riforma anche al ramo maschile. Fedele alla Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, contribuì al rinnovamento dell’intera comunità ecclesiale. Morì a Alba de Tormes (Salamanca) nel 1582. Beatificata nel 1614, venne canonizzata nel 1622. Paolo VI, nel 1970, la proclamò Dottore della Chiesa.
L’intensità della vita spirituale, la grande opera realizzata, la gravità delle malattie e delle sofferenze d’ogni genere, non impedirono a S. Teresa di scrivere quelle stupende opere in cui ci consegna la sua esperienza mistica e la sua dottrina.
Attraverso l’Autobiografia, le Relazioni, il Cammino di Perfezione, il Castello Interiore, le Fondazioni, gli Avvisi, i Pensieri, le Esclamazioni, le Poesie, leLettere, S. Teresa di Gesù svolge ancora, nel Carmelo e nel mondo, l’ardente attività della sua anima apostolica ed è sempre, a tutti, Maestra e Madre di vita spirituale.
Nada te turbe
Il Nada te turbe è un testo semplicissimo che ha composto Teresa d’Avila:
Nulla ti turbi,
nulla ti spaventi,
chi ha Dio
nulla gli manca,
solo Dio basta.
Tutto passa,
Dio non cambia,
con la pazienza
tutto si ottiene.
Ci fermiamo a riflettere su questo brevissimo testo.
Innanzi tutto, un invito a non temere. Nel Vangelo e anche nell’Antico Testamento, troviamo questo invito continuamente: Non temere. Perché la nostra vita attraversa mille preoccupazioni, tensioni, difficoltà, paure. Allora ascoltiamo questa mistica vivacissima, che ci dice cinquecento anni fa: Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Nada … nulla.
Due verbi diversi: turbare e ti spaventi. Il turbamento è interiore, lo spavento è più una reazione fisica: il cuore comincia a battere, il sangue fluisce in una maniera più veloce attraverso il corpo. Allora la prima attenzione è posta ai turbamenti interiori, che a volte non sappiamo percepire, che sono come delle esplosioni sotterranee, come delle esplosioni nel profondo di un fondale. Eppure dovremmo fare attenzione a ciò che siamo dentro! Dovremmo fare attenzione e curare la nostra anima.
Santa Teresa ci inviata a comprendere che siamo al sicuro, siamo indenni, nonostante i nostri limiti, nonostante i nostri peccati, nonostante i nostri caratteri: siamo in una botte di ferro (come si diceva una volta), siamo protetti. Quindi nulla ti turbi, nulla ti spaventi! Siamo nella mani di Dio.
Vi proponiamo un’emozionante versione live di “Nada te turbe” eseguita da Giuni Russo all’Auditorium di Milano nel 2001.
Nel corso della sua carriera, Giuni Russo si confrontò più volte con i testi di Santa Teresa d’Avila: nel 2000, ad esempio, la cantautrice eseguì in apertura del recital “Las Moradas” la composizione “Nada te turbe”, con testo costituito dalla poesia della religiosa; nel 2003, incluse all’interno dell’album “Morirò d’amore” il componimento “Moro perché non moro” di Teresa d’Avila, musicato insieme a Maria Antonietta Sisini con arrangiamento di Franco Battiato; nello stesso album figurava il brano “Morirò d’amore”, contenente citazioni degli scritti della santa.
E’ stata la stessa Giuni Russo a parlare di questo incontro con la Santa: “C’è stato un momento della mia vita e della mia carriera in cui mi ero seduta. Ho chiamato la mia produttrice Maria Antonietta Sisini e le ho detto: non possiamo ridurci così, non può essere questa la vita: viviamo in perenne affanno e non siamo felici. Così mi sono messa a cercare. Ho scoperto Ermete Trismegisto e la tavola smeraldina. La teosofia, Steiner. Ho letto un sacco di cose, ma stringi, stringi, mi mancava qualcosa: il ceppo principale. L’ho trovato con santa Teresa d’Avila. Grazie a lei e a Edith Stein sono diventata un po’ carmelitana. Erano i primissimi anni Novanta. Ho vissuto cinque anni meravigliosi. Poi è iniziata la mia lotta contro il cancro. Dura ormai da cinque anni. Ho fatto tre operazioni. Secondo il primo medico, non avrei dovuto superare il 2002”
Ora Giuni, morta il 14 settembe 2004, riposa nel cimitero del Monastero delle Carmelitane Scalze di Milano.
Madre Emanuela della Madre di Dio, priora del Monastero la ricorda così: “Giuni non era carmelitana, beninteso: però aveva abbracciato la fede proprio nel Carmelo, con cui aveva un rapporto profondo. Si disse «Carmelitana d’amore» e tale ora le carmelitane la riconoscono.”