E’ questa la domanda che viene fatta ad ogni visitatore che si appresta a fare il suo ingresso nel padiglione svizzero di Expo Milano 2015. E la risposta giunge forte e chiara agli occhi non appena si entra: no.
Il progetto del padiglione svizzero, che si estende su una superficie totale di 4.432 metri quadrati, è stato il primo ad essere presentato, dopo che la Svizzera firmò per prima il contratto per la realizzazione dello stesso già 4 anni fa, nel 2011. Nasce con l’intendo di stimolare la riflessione sulla responsabilità di ogni individuo, sull’equità nella ripartizione di beni e sulla sostenibilità. Per quanto riguarda la costruzione, il padiglione è composto da una grande piattaforma aperta sui cui lati si ergono quattro torri, che fungono da deposito di beni alimentari: caffè, mele, acqua e sale. I visitatori, che accedono alle torri con degli ascensori, raggiungono la cima e possono consumare o portare fuori la quantità che desiderano del bene, intaccando la riserva disponibile. Man mano che le torri si svuotano, le piattaforme su cui si poggiano si abbassano, modificando istante per istante la struttura del padiglione stesso. Il livello del bene contenuto in ogni torre può essere visualizzato in tempo reale su vari canali internet e social; questa la situazione stamattina:
Le mele e l’acqua sono già finite. Se chi ha progettato il padiglione ha pensato che, con un consumo responsabile, le risorse sarebbero bastate per tutti i visitatori, questo significa che chi è entrato in media ha consumato o portato via più cose di quante sarebbero abbastanza per ciascuno. Le mele e l’acqua sono (ad avviso di chi vi sta scrivendo) le due tra le più immediate e facili da consumare, ed è per questo che sono esaurite prima di caffè e sale, che non sono esattamente beni di primo consumo.
Ora, i visitatori che sono passati dal padiglione Svizzera nei giorni scorsi e quelli che passeranno fino al termine della manifestazione potranno godere solo di alcune risorse. Questi visitatori, con una metafora, rappresentano quella parte della popolazione mondiale che non ha cibo a sufficienza, anche per colpa dell’egoismo della restante parte di popolazione. <<Hai paura di rimanere senza?>> spicca chiaro su una parete interna. Pensiamo ai paesi ricchi, dove vi è abbondanza di cibo e molte persone acquistano più di quanto occorra realmente per poi buttare il cibo nella spazzatura, pensiamo alle eccedenze alimentari che vengono sprecate ogni giorno e che nessuno o quasi conosce la destinazione. E pensiamo anche che tutte queste risorse, se destinate correttamente, basterebbero a sfamare quattro volte la popolazione che soffre di fame cronica, come il Padiglione Zero ci ricorda (che merita una visita).
Un’altra frase che spicca su una delle facciate del padiglione è <<Quanto ne rimane?>> Non molto a quanto vediamo. Dopo la visita ad Expo, chi scrive ne è uscito arricchito di un’esperienza unica di immersione in varie culture e mondi lontani, ma anche di un insegnamento semplice: c’è cibo per tutti e la chiave per sostenere la vita del pianeta e della sua popolazione è condividerlo. Cosa fece Gesù con i suoi discepoli la sera del Giovedì Santo?