Il senso dell’Avvento
L’Avvento che inizia il 30 novembre ci fa rivivere la venuta del Signore in mezzo a noi, forse ci siamo distratti al punto che la cosa ci lascia indifferente e quindi più che preoccuparci di incontrare Colui che viene come Salvatore, il nostro interesse è rivolto a ciò che la tradizione ha legato al Natale: regali, addobbi, pranzi, ecc..
Eppure l’incontro con Dio non si può dare mai per scontato, anche perché Lui non è mai come noi uomini ce lo aspettiamo, ha categorie e valori differenti dal nostro buon senso, è un Dio che comporta coraggio, che ci invita al cambiamento, che può rivoluzionare la nostra vita.
L’Avvento è un tempo di attesa, ma non di un’attesa passiva. Un tempo di preparazione, non di esteriorità: di cambiamenti più interiori che materiali. È un tempo propizio per riflettere, e tocca a noi non lasciarlo passare inutilmente, col il rischio di perdere un momento di grazia infinitamente prezioso.
Passerà anche questo Avvento lasciandoci come prima, quelli di prima? O sarà un’attesa dinamica, capace di convertire e di modellare la nostra vita secondo il Vangelo?
Avvento tempo di carità
Per la Caritas l’Avvento ha sempre rappresentato un momento importante di sensibilizzazione e animazione della comunità. La venuta di Gesù che nasce nel mondo impegna tutta la comunità cristiana a farsi prossima a tutti coloro che questo mondo abitano, in particolar modo i più deboli. È un tempo che le Caritas parrocchiali spesso animano coinvolgendo anche altri gruppi parrocchiali.
L’Avvento è un tempo in cui si sottolinea, anche nelle celebrazioni, sia l’importanza dell’attenzione e del servizio ai poveri, sia il ruolo della Caritas in questo ambito, come strumento per l’educazione alla carità di tutta la comunità.
“I poveri sono maestri privilegiati della nostra conoscenza di Dio; la loro fragilità e la loro semplicità smascherano i nostri egoismi, le nostre false sicurezze e ci guidano all’esperienza della vicinanza e della tenerezza di Dio”. Sono parole di Papa Francesco che ci aiutano ad entrare in sintonia con l’Avvento.
La Caritas uno strumento di stimolo e di coinvolgimento della comunità
Poco più di un anno fa ha aperto la nostra Caritas Parrocchiale Santa Marta.
E’ passato solo un anno, ma abbiamo già percorso un buon tratto di strada, lungo il quale abbiamo incontrato molte persone tutte accomunate dal bisogno.
Sono i poveri della nostra comunità, sono le persone che abitano vicino a noi, e che hanno perso il lavoro e non sanno come tirare avanti, sono le persone che vivono con la paura dello sfratto o del taglio della corrente, sono le persone che non riescono a mettere insieme il denaro sufficiente per il cibo, le medicine, i vestiti, le bollette, sono le persone che sono o si sentono sole, che hanno problemi fisici, disagi esistenziali, difficoltà nelle relazioni.
Sono i nostri poveri, che non abbiamo scelto ma che appartengono alla nostra comunità. Certo, i poveri nella realtà non sono sempre simpatici, belli, gentili, intelligenti. Non sono perfetti, commettono errori, a volte non sanno gestire il tempo e il denaro, non sempre magari sanno tenere i ritmi di lavoro imposti.
Ma chi di noi è perfetto? Chi, nelle loro condizioni, potrebbe giurare di saper fare di meglio? Chi di noi può farsi avanti e dire “io questo povero non lo voglio aiutare perché non è come piace a me, fuma una sigaretta di troppo, va al bar una volta in più del necessario, ha un’auto invece di andare a piedi”? Chi di noi può stabilire come dev’essere un povero per essere degno del nostro aiuto? Gesù, nel vangelo di Matteo, dice “Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.” (Mt 7, 1-2)
Durante quest’anno la Caritas prima di tutto ha ascoltato i bisogni che le persone ci hanno portato, poi ha anche valutato, ha deciso se si poteva fare qualcosa, e cosa si poteva fare. Bisogni certo di natura materiale: non si vive di sole parole, e per questo abbiamo distribuito il cibo raccolto presso il Banco Alimentare o messo a disposizione grazie agli slanci di generosità presenti nella comunità ed alle iniziative di carità parrocchiali; abbiamo consegnato vestiti o coperte a chi li richiedeva; siamo intervenuti economicamente in alcune situazioni di emergenza.
Ma bisogni anche di altra natura, bisogni di ascolto, di solidarietà, di comprensione, di accoglienza: se possiamo contare il denaro utilizzato o la quantità di cibo distribuita, non possiamo conteggiare il tempo trascorso a parlare ed ascoltare, ad incoraggiare e consolare, a farci carico di problemi e a pensare al modo di risolverli.
L’Avvento di Fraternità
In questo anno abbiamo camminato, e ringraziamo chi ci ha sostenuto in questo percorso.
Il ringraziamento però si trasforma subito in richiesta: di strada da fare ce n’è ancora tanta, l’inverno si avvicina, la crisi non molla la sua presa. I poveri continuano ad essere poveri. La richiesta è di continuare, o di cominciare, a sostenere la Caritas, che non è un’iniziativa di pochi volontari, ma è espressione dell’intera comunità cristiana: la carità non è un accessorio superfluo della nostra fede, ne è il centro,
Gli impegni che proponiamo sono facili, costano poco denaro e poca fatica, ma sono grandi segni di amore: per i bambini e i ragazzi delle classi di catechismo, l’impegno ogni domenica di Avvento ad offrire prodotti alimentari a lunga conservazione (latte, zucchero, olio, riso, passata di pomodoro) e prodotti per l’igiene personale. Per tutta la comunità, l’impegno a riempire con gli stessi prodotti il cesto che si trova in Chiesa, oppure ad offrire l’equivalente in denaro.
Con le offerte raccolte durante la Messa domenicale il pane eucaristico, che ci viene donato all’altare, diventa attraverso le nostre mani IL PANE PER I BISOGNOSI NELLA COMUNITÀ.
La proposta della Caritas Diocesana: avere uno sguardo missionario
La Caritas Diocesana tradizionalmente in Quaresima pone la sua attenzione alla realtà cremonese, mentre per l’Avvento viene proposto uno sguardo di solidarietà ad una parte del mondo in difficoltà.
La proposta concreta per il 2014 è quella di un vero e proprio gemellaggio con le famiglie cristiane sfollate nel Kurdistan (Nord Iraq) a seguito delle violenze perpetrate dalle milizie terroriste dell’ISIS. L’edizione 2014 dell’Avvento di Fraternità, la tradizionale iniziativa solidale promossa nel periodo di preparazione al Natale da Caritas Cremonese e Ufficio missionario diocesano sarà indirizzata a sostenere le famiglie cristiane rifugiate nei campi profughi di Erbil, nel Kurdistan iracheno.
Anche la Chiesa cremonese risponde così all’appello lanciato da CEI e Caritas Italiana per sostenere le comunità cristiane irachene rifugiate in Kurdistan dopo gli attacchi dell’Isis e ancora bisognose di tutto.