Terremoto in Centro Italia: l’azione della Caritas

SWITZERLAND OUT - A view of the quake-hit town of Amatrice, central Italy covered by a white blanket of snow on January 6, 2016. Amatrice, which was reduced to rubble by the powerful earthquake of August 24, 2016 was turned white after a polar front of bad weather brought freezing temperatures to much of Italy. The snow and cold conditions have hampered ongoing efforts to secure the few buildings that remain standing and clear the rubble from those that collapsed. The earthquake killed 297 people and injured dozens of others. This is the coldest weather for 20 years. Photo by Eric Vandeville/ABACAPRESS.COM LaPresse Only italyAmatrice sotto la neve577363

Dal sito della Caritas Italiana:

Dalla prima scossa del 24 agosto il pensiero è sempre con quanti sono nelle zone dell’Italia centrale dove la terra continua a tremare e le comunità locali sono duramente provate anche dall’emergenza neve che rende molto difficoltosi gli spostamenti. Terremoto e  neve: un mix micidiale che purtroppo ha causato altri morti, anche nella drammatica vicenda dell’Hotel Rigopiano (cf. comunicato del 19/01/2017).

La presenza e l’impegno Caritas restano costanti in tutti i paesi colpiti, anche quelli spesso dimenticati (vedi precedenti aggiornamenti e articolo Italia Caritas febbraio 2017).

Si accentua il senso della perdita e della precarietà. Ma le comunità hanno risorse morali per rialzarsi: la rete Caritas è e sarà al loro fianco nel cammino di ricostruzione (vedi poster da Italia Caritas febbraio 2017).

Questo vuol dire anche avere e promuovere la consapevolezza che il cratere di questo terremoto è grande e si allarga anche verso le zone meno battute dai media, così come lo sono i danni che ha prodotto e continua a produrre, accanto alla perdita di vite umane. I numeri e i dati non riescono a raccontare ‘il faccia a faccia’ con l’immane tragedia, la trama delle relazioni, la fatica di abitare l’emergenza con la delicatezza necessaria, la fede e la speranza di tanti (vedi editoriale Newsletter dicembre 2016 e articolo Italia Caritas dicembre 2016/gennaio 2017).

 In tutte le zone colpite si sta completando da parte delle Chiese locali il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico, si stanno avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive, soprattutto nelle aree rurali (es. attrezzature per allevatori o agricoltori, tunnel agricoli destinati al bestiame, mangimi e foraggi, interventi strutturali per la ripresa della produzione, trasformazione e vendita dei prodotti tipici).

 

Sono stati attivati i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud,  con la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche colpite dal sisma –  Ascoli Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto – la diocesi di Spoleto-Norcia, le diocesi di L’Aquila e Teramo-Atri che hanno visto la situazione ulteriormente aggravata da nevicate e nuove scosse.

Dal punto di vista strutturale, per riannodare fin da subito relazioni e rapporti comunitari, si è dato prontamente avvio ad un programma di realizzazione di strutture polifunzionali (“Centri di comunità”), il primo dei quali è stato inaugurato ad Amatrice il 24 novembre 2016, a meno di cento giorni dal sisma ed è stato utilizzato dopo le nuove scosse come centro di rpimo soccorso.

Sempre nella diocesi di Rieti prima di Natale sono stati aperte altre piccole strutture socio-pastorali a Scai, Sant’Angelo (frazioni di Amatrice) e Grisciano (Frazione di Accumoli) e – in base ai bisogni pastorali evidenziati dal Vescovo – si stanno valutando ulteriori interventi. Nella diocesi di Spoleto-Norcia si stanno attuando le prassi amministrative per poter avviare quanto prima la realizzazione di strutture a Norcia, Cascia e ad Avendita (frazione di Cascia), mentre nella diocesi di Ascoli Piceno a breve dovrebbe iniziare la realizzazione di un centro comunitario ad Arquata del Tronto. Si sono già svolti incontri con le altre diocesi marchigiane per verificare la opportunità/necessità di realizzare analoghi interventi strutturali: ad oggi sono in istruttoria interventi nelle diocesi di Camerino (Camerino, Visso, La Maddalena), Fermo (S. Angelo in Pontano, Amandola, Francavilla), Macerata (Tolentino e Macerata), San Benedetto del Tronto (Cossignano e Force).

 Relativamente alle risorse, grazie alla colletta nazionale del 18 settembre e alla generosa risposta solidale, sono finora pervenuti a Caritas Italiana circa 21,6 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla CEI. 

Caritas finora ha garantito ascolto delle persone presenti nei territori con particolare attenzione alle fasce più deboli, accompagnamento pastorale, informazione, accanto a risposte ai bisogni primari, contributi al reddito, fornitura di beni e strumenti per favorire la ripresa delle attività economiche, soprattutto nelle aree rurali. In alcune zone – come ad es. Arquata, Acquasanta, Montegallo – sono state avviate attività strutturate di doposcuola ed animazione giovanile.
Non è mancata l’attenzione alle famiglie delle vittime, sia in loco che in altre province o all’estero, e ai bisogni di quanti vivono nelle frazioni e nelle case sparse, anche con la messa a disposizione, in accordo con Comuni e Regioni, di moduli abitativi provvisori destinati alle situazioni familiari particolarmente fragili, soprattutto nelle frazioni isolate di Amatrice. Significativa è l’attività di animazione e prossimità negli alberghi della costa marchigiana e abruzzese e del Lago Trasimeno dove sono stati trasferiti i residenti dei centri maggiormente colpiti, con iniziative condivise tra le diocesi ospitanti e quelle di provenienza.

 Oltre a proseguire con aiuti concreti, la priorità ora è di restare in ascolto delle comunità locali e portare all’attenzione delle istituzioni questo ascolto di tanti che soffrono, sono isolati, disillusi dalle troppe promesse fatte e non mantenute. Un carico di interrogativi che esige doverose risposte, da quelle più immediate alle scelte di ricostruzione, da cui dipende il futuro di queste persone.

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