Spunti della Quaresima: la preghiera “il Padre Nostro”

Il Padre Nostro: cuore della Preghiera

Il Padre Nostro è la preghiera per eccellenza e per questo ci rimanda necessariamente al significato che ha per noi la preghiera.

Spesso nel pregare, subentra la routine, la ritualità di una preghiera mandata a memoria, ma non sempre sentita. Ma se esaminiamo attentamente le parole del Padre Nostro ci rendiamo conto che non siamo soggetti passivi che recitano un invocazione, ma che Gesù ci ha consegnato un preciso atto di volontà, di partecipazione al disegno di Dio per l’Uomo.

La preghiera ci mette in relazione con Dio, una relazione che Gesù ha reso filiale e confidenziale con l’invocazione al Padre al quale ci possiamo permettere di dare del Tu. È una grande svolta nella storia della preghiera per tutta l’umanità. Fino alla venuta di Gesù nessun uomo era figlio di Dio nel senso pieno della parola. Dio era l’Altissimo e conveniva rendergli culto sui luoghi alti dove si costruivano i santuari. Ma ora il Figlio di Dio si è fatto uomo. Gesù è qui, uomo tra gli uomini. Ed essendo Gesù il Figlio, l’adorazione non si rivolge più al Dio altissimo, ma al Padre. La parola chiave di questa adorazione in spirito e verità è: “Abbà, Padre!’’.

Il senso di questa relazione è nella premessa che Gesù fa all’insegnamento del Padre Nostro e riportata da Matteo (6,7-9):

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Pregando non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro,  perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così”

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La preghiera non quindi come intercessione, per essere ascoltati da Dio, in quanto Dio già conosce i nostri cuori, i nostri bisogni.

La nostra preghiera dunque non può essere un vestito da cerimonia da indossare ogni tanto. La nostra condizione di battezzati esige un’esistenza che abbia il suo centro nella comunione con il Padre mediante il dialogo con lui. Per un cristiano pregare non significa solo dire qualche preghiera mattina e sera, recitando delle formule di tanto in tanto, ma stare all’ascolto di Dio, in atteggiamento di apertura al Padre, in modo da prendere tutte le proprie decisioni in un amen, un “sì” filiale alla divina volontà.

Vuol dire mettere il proprio essere la propria esistenza nella mani di Dio, essere strumento nella realizzazione del Padre. Ogni frase del Padre Nostro è una dichiarazione di impegno e di volontà chiara e netta.

Il Padre Nostro:  messaggio di fraternità e di universalità

Il Padre Nostro nel conferirci la dignità di figli ci ha resi tutti fratelli. Una preghiera universale che attraversa la nostra storia, la nostra identità di popolo, accanto, insieme agli altri popoli nel medesimo, identico solco.

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Sul monte degli Ulivi,  posto di fronte alle mura di Gerusalemme,  si sono svolti episodi salienti della vicenda terrena di Gesù.  Ai tempi di Gesù era pieno di caverne, di cavità naturali in cui spesso si ritirava con i discepoli come ci ricorda Luca: “Di giorno insegnava nel tempio, ma la notte usciva e la passava sul monte degli Ulivi” (Lc 21,37), è in una di queste grotte in cui venne insegnato agli Apostoli a pregare con le parole del Padre nostro mentre risulta storicamente assai difficile documentarne l’esatta posizione.

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La versione del Padre Nostro assunta dalla liturgia è quella di Matteo e non quella di Luca. Eppure, mentre Matteo inserisce il Pater Noster nel Discorso della Montagna che trova la sua ambientazione in Galilea e quindi lontano da Gerusalemme, la tradizione che colloca la preghiera sul monte degli Ulivi è legata al Vangelo di Luca che ambienta l’episodio dell’insegnamento della preghiera, immediatamente dopo la visita di Gesù a Marta e Maria nella loro casa di Betania.

Sul Monte degli Ulivi nel 329 La regina Elena, madre dell’imperatore Costantino, fece costruire una basilica bizantina, distrutta dai persiani nel 614; i crociati nel 1106 vi ricostruirono un oratorio raso al suolo dal Sultano Saladino. Nel 1920 il governo francese iniziò nel sito i lavori per la costruzione di una chiesa, che per varie ragioni non fu mai terminata. La chiesa fu innalzata sopra la grotta che ricorda l’insegnamento del Padre Nostro.

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Nel chiostro sono incise su lapidi in maiolica le traduzioni del Padre Nostro in oltre 150 lingue. In essa possiamo ricostruire il legame storico che ci conduce ad esso. Partendo dal testo in aramaico, la lingua parlata da Gesù, passando per l’ebraico si giunge alla versione latina usata nella liturgia fino a pochi decenni fa. Possiamo trovare poi la traduzione italiana accanto alla quale sono riprodotte in espressioni dialettali tra le quali la più vicina a noi in dialetto milanese. In questo percorso linguistico è racchiuso, oltre al valore spirituale della preghiera, il suo cammino nella storia di ogni popolo, del nostro popolo,  che trova espressione nelle forme più autentiche e più vicine agli umili, agli ultimi.

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L’altro aspetto straordinario che sintetizza il senso di questo essere figli dello stesso padre che ci rende tutti fratelli, è l’evidenza dell’universalità del messaggio trasmesso. Qui nel chiostro della chiesa del Pater Noster ogni pellegrino può leggere nella propria lingua la preghiera, anche nei più remoti dialetti. L’uno accanto all’altro, nessuno è escluso, tutti elevano la medesima preghiera, unica nella sua diversità linguistica, in cui ciascuno  rivive in modo più profondo la sua storia, l’appartenenza alla sua cultura di origine, che si lega in una unica grande appartenenza alla Chiesa universale.

Il Padre Nostro:  uno stile di vita

Vi proponiamo una lettura del Padre Nostro che ci apre la mente e ci mette di fronte in modo semplice e chiaro ad uno stile di vita che ci viene indicato e che noi ci impegniamo a realizzare nel recitare il Padre Nostro.

 

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Guarda il video: un nuovo stile di vita per dire: Padre Nostro

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